“La Gazzetta dello Sport” intervista Gary Medel, che da pochi giorni ha rinnovato il contratto con il Bologna al 2023. Ecco le sue dichiarazioni: “Resto a Bologna perché è un club organizzato, in crescita e che si è comportato bene con me. Nel 2021 sono stato fuori un totale di otto mesi, volevo tornare in Cile, non trovavo pace. In quei momenti il club mi ha sorretto, seguito e curato. La riduzione dell'ingaggio è anche un gesto di gratitudine per quello che ho ricevuto. Mihajlovic? Mi ha detto ‘Continua con noi’ e col Bologna l'accordo è arrivato in un attimo, sono felice. Ma l'estate scorsa era in partenza? Sinisa mi prende da parte e mi fa ‘ Gary, giocherò a quattro dietro e i due centrali titolari saranno Bonifazi e Soumaoro. Tu sarai il terzo o il quarto, vedi tu. Gli dico che me ne vado, perché in panchina sto male e voglio giocare titolare. Ero a un passo dall’Elche, poi però mi alleno come sempre, gioco due partite, vado in Nazionale e chiamo famiglia e manager dicendo ‘Restiamo a Bologna, deciso’. La difesa a tre poi mi ha aiutato molto. Mi farà arrivare a giocare fino a 38 anni. Stare centrale a tre mi fa vedere meglio tutto il campo. Essendo non molto alto, mi piace avere tutta la situazione sotto controllo. Sulla mia altezza ci scherzo con Sinisa, mi stimola a far rimanere la mia ‘garra’ sempre accesa, visto che i centravanti che devo marcare sono più alti di me. La strategia spesso funziona. Lei visse la leucemia del mister nel 2019, cosa le insegnò un uomo così? Che ‘Non mollare mai’ è un modo di fare e non di dire. È la persona mentalmente più forte che abbia mai visto. La sua reazione a Torino con l'arbitro Sacchi e il rigore di Venezia? Lui non doveva fare così, ma neppure io, abbiamo sbagliato entrambi. A Venezia uno sbaglio grosso. Non il mio". 


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