Hugo Sconochini, ex Virtus Bologna e Olimpia Milano, oggi commentatore, ha parlato in un’intervista al Resto del Carlino dell’imminente finale. Di seguito alcune sue dichiarazioni.
Sulla finale: “È una sfida tra due squadre che si temono. La Virtus, dopo il successo in EuroCup, forse inconsciamente si è un po’ seduta. Se la finale fosse stata la prosecuzione della regular season, invece, non avrei avuto dubbi: 4-0 Virtus. La Virtus qualcosina in più ce l’ha”.
Su Scariolo: “Sergio è stato capace di mettere insieme e vincere con i fratelli Gasol, Fernandez, Llull e Rodriguez. E l’ha rifatto con le individualità della Virtus, anche se ha sofferto un po’. Penso alla Coppa Italia, il vento sembrava davvero contrario. Poi sono arrivati Shengelia e Hackett. E la musica è cambiata”.
Sui duelli individuali: “Jaiteh o Hines? La Virtus soffre se perde Jaiteh, uno capace di tirare con il 60 per cento e passa da due. Hines può metterlo in difficoltà, con la sua difesa. La Virtus deve mettere in condizione Jaiteh di tirare senza palleggi. E se Milano si chiude, la Virtus deve tirare da tre. Teodosic o Rodriguez? Sono due dei pochi giocatori per i quali pagare il biglietto di ingresso. Sono belli da vedere. Al di là della maglia ti fanno saltare sulla sedia Belinelli o Datome? Mi sento come un bambino che va in difficoltà quando gli chiedi se vuole più bene alla mamma o al papà. Con Beli e Gigi sono nella stessa posizione”.
Sull’aver giocato vestito la canotta di entrambe le squadre: “Ho giocato con tutte e due le maglie. E ogni volta mi dicono che faccio il tifo per l’una piuttosto che per l’altra. Invece mi esalto. Ma perché giocano bene. Penso al modo in cui si libera al tiro Rodriguez. O a come comanda Belinelli. La conclusione è che per questa finale ci sono tutti i presupposti per divertirsi”.
Sugli uomini chiave: “Shengelia, può fare tutto. È simile a Melli, ma è più potente. Può mettere la palla a terra e partire in palleggio, può giocare spalle a canestro, può muoversi senza palla. È speciale. Per Milano non credo sia un uomo, ma una sensazione. Milano può fare la differenza se ritrova quella serenità con cui aveva iniziato la stagione. Costringendo le avversarie a tenere punteggi bassi”.
Sulla sosta prima della finale: “Lo stop finisce per togliere ritmo, ma lo toglie a entrambe. E nello stesso tempo consentito a tutte e due le squadre di ritrovare gli acciacciati. Questi sono gruppi che, alla fine della stagione, avranno giocato 70-80 partite. Sono pronti anche a una serie lunga. E poi non dimentichiamo il valore dei due tecnici, Scariolo e Messina. Sono due allenatori che sono capaci non solo di intervenire, ma anche di farsi sentire”.
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