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Bologna, Castro scalpita: “Voglio un altro trofeo in rossoblù”

Santiago Castro senza filtri: il “Toto” ha ricordato i momenti più belli della sua carriera al Bologna e raccontato le sue ambizioni per il futuro

Domani inizia la nuova stagione di Serie A e il Bologna affronterà la nuova Roma di Gianpiero Gasperini. Nel frattempo, il bomber rossoblù Castro, che già scalpita per una maglia da titolare, si è raccontato al Corriere di Bologna.

Inizia la terza stagione in Italia del numero 9 argentino ed è tempo di riflessioni: dall’infortunio al piede alla vittoria in Coppa Italia, come sta Castro e i suoi sogni futuri.

Bologna, Castro non vede l’ora di ricominciare

La nuova stagione è ormai alle porte, ma il Bologna deve partire dalla gioia dello scorso anno e Castro lo sa bene. Qual è l’immagine più bella dell’annata passata? «Dire il 14 maggio a Roma sarebbe facile, scelgo la semifinale di ritorno con l’Empoli: abbiamo sentito di aver centrato l’obiettivo che ci eravamo posti a inizio anno. E fu la spinta perfetta per vincere la Coppa all’Olimpico».

Un anno sicuramente positivo, ma rovinato sul più bello a causa di un infortunio sul finale di stagione: «Avevo sempre fastidio, tuttora lo sento un pochettino. Le vacanze mi hanno dato una mano: ora sto meglio». Colpa di un compagno in Nazionale? «No dai, non fu un intervento cattivo ma sfortuna. Ho calciato la palla, c’era il suo piede in mezzo e il mio si è impuntato: si sono stirati i legamenti, i nervi, credo che si sia danneggiato un po’ anche l’osso. Ho temuto di non giocare la finale: quando ho sentito il colpo mi è crollato il mondo addosso. Ho pensato al peggio, ma con i dottori e lo staff ci siamo gestiti bene».

Alla fine è arrivato pronto per la finale: il gol di Ndoye e i festeggiamenti. «Volevo festeggiare con la famiglia: i miei genitori, il mio agente, un amico e la mia ragazza Agustina. Per noi sudamericani i genitori sono molto lontani: erano gli ultimi giorni in Italia ed era giusto che stessi con loro. Sono fondamentali per stare bene sul piano mentale, per me sono molto importanti».

Ora è arrivato il momento di pensare alla stagione 2025/26, quali sono gli obiettivi? «Abbiamo subito due gare importanti e difficili con Roma e Como. Sarà bello ripartire in uno stadio speciale per noi come l’Olimpico. Poi ci sarà l’Europa League: possiamo fare cose importanti. La Supercoppa è una splendida sfida alle migliori d’Italia. Però andiamo partita dopo partita: se guardi troppo avanti perdi di vista l’obiettivo». 

C’è un vantaggio non da poco, si riparte da Italiano: «Le prime 10 gare della passata stagione non furono semplici. Cambio di allenatore, di gioco e di idee. Ora sappiamo bene ciò che vuole Italiano: al raduno ci ha detto “ragazzi, abbiamo vinto una Coppa ma ora riparte tutto da zero”».

Bologna, Castro scalpita: “Voglio un altro trofeo in rossoblù”. BolognaSportNews (Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images Via OneFootball)

Ci sono anche stati nuovi arrivi: Ciro Immobile farà concorrenza in attacco, come la vive il “Toto”? «Lo scorso anno eravamo due, quest’anno siamo tre con la pressione di uno come Ciro: si impara a vederlo lavorare, personalmente la concorrenza interna è uno stimolo positivo per dare di più. Quando è arrivato ha parlato con me e con Dallinga, ha fatto sentire la sua esperienza, ascoltarlo è stato prezioso. Abbiamo provato le due punte, è un’idea che si può fare visti i tanti impegni».

Ma c’è qualcosa che renderebbe ancora più speciale la prossima stagione: «Alzare di nuovo una Coppa con il Bologna e personalmente andare in nazionale a giocarmi il Mondiale».

Quanta esperienza in Serie A: grandi gol, avversari tosti e amici-rivali

Tanti gol belli e importanti, ma qual è il suo preferito? «Contro l’Atalanta ai quarti di Coppa. Pioveva, entrai all’80’: prima palla toccata Posch mi fa fallo, seconda palla il colpo di testa vincente».

La Serie A è in continua crescita, tanti giocatori nuovi e rivali sempre più pronti: chi è il difensore più fastidioso? «Troverò da avversario
Beukema: sarà una grande sfida, in allenamento contro di lui era sempre contrasti e lavoro. Così è bello lavorare, perché ti alleni come giochi: lui lo faceva sempre e si è visto in campo. Anche Lucumi è così. E cito Coppola, che era al Verona: con lui contrasti forti, tutto il tempo. A me la battaglia piace».

Spesso Castro viene paragonato a un altro attaccante della Serie A, Lautaro Martinez: «Con lui e con gli altri argentini c’è un bel rapporto: quando mi sono infortunato tanti si sono fatti sentire, lui e Paredes su tutti. L’Albiceleste ha un gruppo molto unito, se qualcuno si fa male gli altri lo sostengono».

Chissà se sarebbe cambiato qualcosa se avesse scelto l’Azzurro. Ma Castro ha mai pensato veramente di giocare per l’Italia? «No. Il mio sangue, il mio cuore, la mia vita è l’Argentina. Se fosse più vicina ci andrei a ogni giorno libero. Ringrazio chi mi ha proposto l’azzurro ma sono orgogliosamente argentino: se mi chiamano ora, tra dieci anni o mai, non lo so, ma sempre e comunque Argentina. È l’anno del Mondiale e voglio fare ancora meglio con il Bologna per essere convocato».

Nicolò Dorati

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