Marco Parolo, commentatore tecnico e opinionista per DAZN, ha parlato del Bologna intervistato dal Resto del Carlino. Di seguito le sue parole.
Sulla partita contro l’Atalanta: “Fossi un tifoso del Bologna sarei abbastanza sereno: l’identità della squadra c’è, si è visto sia con la Roma che contro i bergamaschi. La squadra è stata capace di supplire all’assenza di un giocatore imprescindibile come Arnautovic e persino del suo sostituto, Zirkzee, un ottimo prospetto. Nel primo tempo ho visto una squadra dinamica, compatta, che poteva chiudere anche con il doppio vantaggio. Il Bologna è andato fuori giri perché, senza il centravanti, ha dovuto stravolgere i suoi concetti di gioco, ha corso a mille per gran parte della gara. Dall’altra parte, l’Atalanta l’ha vinta con la qualità dei propri giocatori, con l’impatto fisico dei nuovi entrati”.
Sulle differenze con il progetto dell’Atalanta: “Non si possono nemmeno paragonare i due progetti. L’Atalanta è una solida realtà ai vertici da anni. Il Bologna sta mettendo le basi con Sartori e Thiago Motta, ma ancora non è pronto per stare stabilmente nella parte sinistra della classifica. Per programmare un futuro importante deve trattenere i giocatori chiave”.
Su Dominguez: “Lunedì ha fatto una grandissima partita. È un giocatore forte, che mi piace, ma bisogna capire quanti gol può portare per dargli la collocazione giusta: se nelle sue corde, mancano certi gol alla Ferguson, forse ha più senso arretrarlo. Secondo me, dal basso giocherebbe meglio”.
Su Orsolini: “Sulla carta ha tutto, ma il suo valore è ancora di metà classifica perché non riesce a dare continuità alle prestazioni. Lui ora deve caricarsi sulle spalle il Bologna. Prendiamo la gara di lunedì: ha segnato un gran gol, ma dopo l’1-0, fa un errore significativo. C’è una giocata in cui si inserisce bene, ma poi perde la palla con un doppio passo sbagliato. Ecco, lì si vede quello che gli manca: se deve trascinare, lì deve completare la giocata, poi magari non segna o tira fuori”.
Su Thiago Motta: “Buonissimo. Sapevo che avrebbe fatto bene per le caratteristiche della squadra, con tanti interni e un terminale come Arnautovic. Thiago ha dato spirito e identità: chi entra, entra bene, sa cosa fare. E comunque con Roma e Atalanta, il Bologna è rimasto in partita per novanta minuti, poi sono mancati gli uomini. Ma l’allenatore e il diesse sono quelli giusti per un progetto di tre-quattro anni che deve crescere”.
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