Il lavoro sul campo comincerà tra pochi giorni, ma le idee tattiche iniziano a prendere. Il pensiero fisso è uno solo: come massimizzare il potenziale di chi, per carisma e qualità, può diventare il cuore del progetto.

L’uomo al centro della squadra

Il Bologna riparte da molte certezze, ma anche da alcune trasformazioni. Una di queste riguarda Lewis Ferguson, che nelle ultime stagioni ha saputo imporsi per rendimento, leadership e spirito di sacrificio. Ora, però, qualcosa cambierà: lo vuole Vincenzo Italiano, che – secondo quanto riportato da La Gazzetta dello Sport – ha in mente per lui un'ulteriore evoluzione.

Lewis Ferguson
Lewis Ferguson durante la partita di Serie A contro il Genoa (Foto di Alessandro Sabattini/Getty Images via OneFootball)

Dopo una stagione segnata dal grave infortunio al ginocchio e da un rientro solido, il centrocampista scozzese è pronto a rientrare al massimo potenziale. Abbandonata l'idea di vederlo trequartista o semplice incursore, il piano sembra essere un altro. L’obiettivo è trasformarlo in un regista mobile, un giocatore in grado di dettare i tempi di gioco dalla base del centrocampo, accanto a Freuler.

Il nuovo ruolo 

Come scritto da La Gazzetta dello Sport, Italiano avrebbe paragonato Ferguson a Vitinha del PSG: un centrocampista “universale”, in grado di leggere il campo in anticipo, muoversi senza palla, farsi trovare tra le linee e collegare i reparti. Tutte caratteristiche che l’allenatore vede nello scozzese, già dotato di tecnica, visione e presenza costante nella manovra.

Vítor Machado Ferreira
Vitinha del Paris Saint-Germain durante la partita del Mondiale per Club contro l'Atletico Madrid (Foto di Stu Forster/Getty Images via OneFootball)

Il numero 19 non sarà più chiamato a ricevere tra le linee sotto pressione, ma a partire qualche metro più indietro, per avere più campo davanti a sé e incidere in ampiezza e profondità. Un’idea chiara, nata nei giorni di pausa, ma destinata a diventare realtà già nel precampionato.

Un’evoluzione nel segno della continuità

Il progetto su Ferguson non nasce dal nulla. Lo scozzese è stato uno dei simboli della gestione Motta, e con Italiano continuerà la centralità nel sistema

Il tecnico siciliano vuole fare di Ferguson,  come scrive La Gazzetta dello Sport, il suo “uomo senza frontiere”, ma con un punto di partenza ben definito: davanti alla difesa, per avere visione completa e libertà d’azione. Un piano che, se funzionerà, potrebbe far fare un salto di qualità non solo al giocatore, ma all’intero impianto tattico del Bologna.

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