Sinisa Mihajlovic (ph. bolognafc.it)

Parola d’ordine: cancella cronologia. Fare, disfare. Con questo Bologna si (ri)parte sempre da punto e a capo. Scurdammoce o passato - l’estate del nostro scontento - in cui si favoleggiava su una squadra pronta al salto di qualità. Tre punti dopo quattro giornate. C’è di peggio, ma anche no. Basta intendersi. Dopo la sconfitta di Benevento è arrivata quella casalinga con il Sassuolo. Mihajlovic si lamenta: potevano essere sei punti. Certo, anche Robin è un Batman mancato. Il campanello d’allarme è diventato una sirena. Dice: per un'ora e passa il Bologna ha tenuto testa al Sassuolo arrampicandosi sul 3-1. E’ un’aggravante, non un alibi. La verità è che il Bologna si è sfarinato, arrendendosi alla qualità del Sassuolo. Ha mollato la presa, non ha trovato più appigli a cui aggrapparsi. Dopo un'ora la benzina è finita. La difesa rossoblù ha la tenuta di un castello di sabbia sul bagnasciuga quando in mare si alzano le onde. 37ª partita con almeno un gol subito. L’ultima partita chiusa senza beccare gol risale al 25 settembre 2019, la notte dei tempi. Nessuno finga di stupirsi. E’ un problema vecchio e mai risolto. Colpe di reparto, colpe dei singoli. A scanso di equivoci ripetiamo ciò che andiamo dicendo da inizio campionato. Skorupski non porta alcun valore aggiunto. Se deve prendere gol, lo prende. Funziona come nelle portinerie di certi palazzi del centro storico. Suoni e si apre in automatico il portone. Prego, desidera? E poi: l’ostinazione con cui Mihajlovic schiera Tomiyasu centrale è sorprendente. In quella posizione un paio di errori gravi a partita, il giapponese li fa sempre. Avanti: le belle gioie che ci raccontavano di Hickey novello Roberto Carlos, ora si affrettano a premere il tasto «annulla battitura». E’ giovane, inesperto, talentuoso, soggetto a inevitabili sbalzi di rendimento. Si farà, ma non ora e non qui. Semplicemente: oggi non sa difendere. Gli manca l’abc, vedi il gol di Lapadula a Benevento e vedi come ha folleggiato Berardi domenica pomeriggio. Pensierino finale: la nostra sensazione è quella di un Mihajlovic disarmato. Si aspettava di più dal mercato, fatica a trovare gli ingredienti per fare la zuppa che aveva in mente. Mihajlovic non è uomo da mezze misure. Il pericolo di scollamento, se misuriamo le sue ambizioni e le reali possibilità della squadra, è concreto. Lui pensa(va) di trovarsi tra le mani una squadra da 8°-10° posto, la realtà spinge molto più in là questo Bologna. Nel mentre, nella pentola rossoblù bolle l’acqua ma anche il malcontento.

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