Da Ascoli a Bologna: "Orso è rimasto sempre quello. Per lui Bologna è una seconda casa"
Le parole al Resto del Carlino dell'amico di infanzia di Riccardo Orsolini
Diego Tosti, amico d'infanzia di Riccardo Orsolini, ha raccontato ai microfoni del Resto del Carlino la storia di amicizia tra lui e Orso, dalla partenza a Rotella in provincia di Ascoli, fino all'approdo sui campi di Serie A con la prima tripletta dell'esterno marchigiano domenica scorsa contro l'Empoli.
Dai primi calci al pallone a Rotella fino alla Serie A: “Lo seguo dal suo debutto con l'Ascoli in C, con la maglia numero 16 e l'ho seguito in tutti gli anni al Bologna, con Inzaghi, Donadoni, Mihajlovic. Domenica nono sapevo se andare, perché lo vedevo un po' triste, la stagione era partita male per lui. Poi parlando con un amico, gli ho detto: dai, andiamo a vedere Riccardo, ha bisogno di noi, magari gli portiamo bene”.
Alla fine è andata proprio così: “Si, ce l'ha detto: ‘mi avete portato fortuna’. Dopo la gara, dovevate vederlo, non ha mollato un attimo il pallone autografato da tutti i compagni. Se l'è portato a casa e l'ha esposto come un cimelio. Poi siamo stati lì, sul suo terrazzo a chiacchierare”.
Orsolini non è cambiato: “Si, è rimasto quello di sempre, con la battuta pronta, non ti annoi mai con lui. Ma se pensate che lui sia un po' matto, non avete idea di cosa fosse da bambino. La materna dalle suore, figuratevi, io e lui, perennemente in punizione. Poi crescendo ci siamo calmati: io di più, lui un po' di meno”.
Sul rapporto con Motta: “Sicuramente hanno caratteri molto diversi. Ma come si dice? Gli opposti si attraggono. Riccardo mi racconta sempre che Thiago è un ottimo allenatore, con le idee chiarissime”.
Sulla presenza sugli spalti a San Siro: “Purtroppo non potrò esserci, ma anche per fortuna: soffro tantissimo le gare con l'Inter. La guarderò in tv sperando possa finire come nell'ultima sfida, Riccardo è molto carico per questa gara”.
Ormai tifa Bologna: “Nasco milanista di famiglia, ma ora sono un fan anche del Bologna. Tre ore di auto da Rotella. Pensi che quest'anno sono venuto al Dall'Ara per il debutto contro i rossoneri e mi sono comprato la sciarpa rossoblù”.
Cosa rappresenta Bologna per Orsolini: “Una seconda casa, mi dice sempre che li sta da dio. Del resto, la città è bellissima e la tifoseria lascia senza fiato: ho il telefono pieno di coreografie della Bulgarelli”.
Sui sogni di Orsolini: “Ne ha tanti, perché in fondo è rimasto quel bambino che non usciva mai di casa senza il pallone. Lui vuole fare bene con il Bologna, poi ovviamente tiene tantissimo alla Nazionale e sogna gli Europei”.
Si capiva subito il futuro di Orso: “Si, Riccardo era diverso da tutti: troppo forte, un campione. Pensi che a Rotella c'è un altro professionista, Ilario Iotti, gioca nella Pro Vercelli. Un classe 1995: ovviamente sono andato a scuola anche con lui”.
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