Aaron Hickey, intervistato da la Repubblica, ha parlato di Mihajlovic, del Bologna, di Bologna, del campionato di Serie A e del suo futuro. Di seguito alcuni estratti.

«In questo mese senza Mihajlovic, abbiamo giocato per lui. Meno pressione? No. Il mister prima di ogni partita ci parlava sempre come se fosse stato con noi».

Sul nuovo modulo e sulla sua nuova posizione in campo: «Con le spalle più coperte posso giocare più alto, attaccare di più e trovarmi anche nella posizione per segnare. Mi diverto molto di più».

Sulle voci di un suo trasferimento a Napoli, Hickey risponde così: «Non lo so, ora penso al Bologna poi nella vita non si sa mai».

Sulle suo livello potenziale: «Contro Inter e Milan ce l’abbiamo fatta e anche bene. Dopo mi sono reso conto che erano gli stessi giocatori che abbiamo visto in Champions e, dato che ce la siamo cavata, mi sono detto: ok, si può fare. Test superato».

«La bugia più grande su Bologna? Che si mangia meglio che a Glasgow. Ogni volta che faccio questa battuta i bolognesi si arrabbiano. Una cosa positiva, a parte la città, molto bella, mi piace come si gioca in Italia. Non pensavo di essere così adatto a questo tipo di calcio. Però non mi piacciono gli arbitri. Troppe interruzioni».

Hickey ha poi parlato delle difficoltà di ambientamento nel nostro paese: «La lingua è un problema. Infatti non parlo italiano e i primi mesi sono stati molto tosti. In mezzo al campo, invece, la difesa: quando sono arrivato Mihajlovic mi faceva ripetizioni individuali. E lì devo ancora migliorare».

Infine, una lunga chiosa sulla stagione del Bologna: «L'ambiente è troppo tranquillo? Non sono d'accordo. Ogni campionato bisogna sudarselo. Non basta presentarsi in campo per salvarsi. Non resti in A se non ci dai dentro. È stata una buona stagione che può finire meglio. Ci sono mancati un po’ di punti. Meno male che abbiamo recuperato nel finale. Abbiamo la possibilità di fare il record di punti di Mihajlovic o anche di Saputo, da quando sono a Bologna. Se ce la facciamo, è un campionato positivo. Se non ce la facciamo sarà deludente».

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