Oggi è il Venezia, l'anno scorso è stato il Benevento. Ricordate? Sconfitta in Campania, pari al Dall’Ara. Quando è l'ora di diventare grande, il Bologna si fa piccolo. Partita che poteva finire meglio, e nessuno avrebbe gridato allo scandalo. Ma anche partita che al Bologna è sfuggita di mano, come una monetina da due centesimi quando al bar ci danno il resto. Il resto di niente, questo è rimasto nella mano tesa di una squadra che - vincendo - sarebbe salita a quota 21 punti, lì dove osano le aquile e dove ci si può mettere in punta di piedi e argomentare sull’orizzonte. Ok, la classifica va (più) che bene, ma alla fine il Bologna toppa un'altra volta il salto di qualità, contro un Venezia organizzato (ma chi non è organizzato oggi?) e disposto in campo come gli omini del Calcio Balilla, stiamo belli coperti e guai a chi si muove. Si muove tanto ma combina pochino Soriano, irriconoscibile rispetto all'anno scorso. A questo punto della stagione - dopo 13 giornate - nello scorso campionato era arrivato a 6 gol (alla fine ne segnerà 9 e risulterà il miglior marcatore rossoblù in campionato). Alla voce gol, quest'anno invece, Soriano risulta non pervenuto. Zero. Nada. Si prega di ripassare, grazie. Non sono solo i numeri, però, a fotografare l’impasse di un giocatore che qualche mese fa veniva giustamente celebrato come il fattore del Bologna, il valore aggiunto, il trequartista che sapeva coniugare corsa e qualità, dinamismo e geometrie, l'uomo in più, il trascinatore, il leader non dello spogliatoio - il suo carattere non lo contempla - ma del campo, leader tecnico dunque. Che fine ha fatto quel Soriano? Quello visto finora è un giocatore precocemente invecchiato, come se la muffa che sta nell'angolo del soffitto gli fosse caduta addosso tutta d'un colpo. Galleggia, Soriano. Senza mai incidere. Sembra non trovare la posizione, come chi gira a vuoto in una rotonda con il navigatore (in questo caso Mihajlovic) che continua a parlare senza essere ascoltato. Diamogli tempo, troppo importante è la sua centralità in questa squadra. Ma proviamo anche a capire - Mihajlovic per primo - se il ragazzo ha intrapreso suo malgrado la parabola discendente della sua carriera. Intendiamoci: Soriano è giovane, tra poco più di due mesi (8 febbraio) compirà 31 anni, ne ha ancora 2-3 di buon livello, se riesce a mantenersi integro fisicamente. Ma la sensazione è che - dopo il miglior campionato della sua carriera per continuità di rendimento (meglio ancora di quelli disputati con la maglia della Sampdoria) - forse - dopo essere salito in cima - per lui è cominciata la discesa. Azzeccherà ancora buone partite, qualcuna la risolverà con le sue giocate, entrerà con più forza negli schemi e nel ritmo di gioco del Bologna; ma l'impressione è che il livello dell'anno scorso - per il buon Soriano - non sia più raggiungibile.

Porta stregata e poca concretezza: l'analisi tattica di Bologna-Venezia
Oggi giorno libero, da domani al lavoro verso Spezia-Bologna

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