Tutto appare chiaro, la direzione è già stata presa, da qui in avanti sarà un rincorrere il futuro. Mihajlovic a fine campionato risolverà il suo contratto - che scade nel 2023 - con il Bologna. Saputo gli ha già indicato l’uscita, l’ha fatto nell’intervista al “Resto del Carlino”. Il “vediamo” del presidente equivale a un congedo, nemmeno tanto elegante, se è per questo. Storia finita, pregasi voltare pagina. Per dirla tutta: doveva finire l’anno scorso, poi si sa com’è andata. Sensazione: è una storia che rischia di diventare una scoria. Mihajlovic non se ne andrà senza aver messo in fila tutti i suoi argomenti. Non resta dunque che trovare un allenatore. Se rimangono al loro posto gli attuali dirigenti, il nome più gettonato è quello di Rino Gattuso. Nome spendibile anche all’estero, tigna da combattente, un pasticciaccio non proprio edificante a Firenze la scorsa estate (veniva via da Napoli guardava al Tottenham, però intanto stava a Firenze) campionati dignitosi con Milan e Napoli. E’ un allenatore - lo dicono le statistiche - dal 5°-6° posto. Migliore del Bologna, dunque. Molto migliore. Si parla anche dell’arrivo di Giovanni Sartori, in uscita dall’Atalanta che si è rifatta il look americano. Sartori è - nettamente - il miglior direttore sportivo italiano in circolazione. Sarebbe un gran colpo, certo. Ma la questione è un’altra: Sartori deve essere messo nelle condizioni di lavorare come sa. Potrà eventualmente farlo a Bologna? E chi lo sa. Nessuno. Nomi che circolano nei ruoli chiave, sensazione di una rivoluzione soft in arrivo. Saputo non è soddisfatto. Può forse esserlo? Bologna-Torino 0-0 (al netto del pastrocchio tra Medel e Skorupski, roba che nemmeno giù al campetto durante una partitella) non ha aggiunto e non ha tolto nulla nella storia che il Bologna sta scrivendo da un po’ di tempo a questa parte. I 5 punti ottenuti nelle ultime tre partite hanno rimesso in equilibrio questa parte di stagione, ma se il Bologna avesse sempre perso - in queste tre ultime giornate - di punti ne avrebbe comunque 28 e di squadre sotto sei. Si dice dalle parti di Casteldebole: l’obiettivo è il 10° posto. Suona come una beffa, peggio: una presa per i fondelli. Il 10° posto NON è un obiettivo. E’ fuffa, specchietto per le allodole, un traguardo fittizio che sa di alibi. Gli obiettivi (veri) sono altri, non scherziamo. Il 10° posto - che il Bologna verosimilmente comunque non raggiungerà - vale come la fettina di limone sulla minerale: è decorativa. La sostanza non cambia: l’acqua minerale resta acqua minerale, la fettina di limone resta una fettina di limone. Gli puoi anche due morsi, ma se la mandi giù intera poi vedi la faccia da meme che fai.

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Bologna, oggi giorno libero. Domani la ripresa

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