Mancano davvero poche partite al termine di una stagione comunque memorabile per il Bologna, il quale dopo oltre 20 anni si ritroverà a disputare una competizione europea durante la prossima stagione, oltre ad aver ottenuto la certezza di poter partecipare almeno all’Europa League. Ora i rossoblù sono concentrati soltanto sull’obiettivo Champions, avendo la concreta possibilità di agguantare una qualificazione storica per una città che continua a sognare ad occhi aperti da diversi mesi. Sul grande momento del Bologna e sulla figura di Thiago Motta è intervenuto Giovanni Galeone, 83enne ex allenatore di Pescara e Udinese ricordato nel mondo del calcio per la sua filosofia di gioco votata all’attacco oltre ad essere stato il maestro di altri grandi allenatori quali Allegri e Gasperini. Ecco le sue parole presenti in un’intervista sulle pagine del Corriere di Bologna:
Potrei citare il Bayer Leverkusen, però qualcuno mi ha tradito: devono aver mandato a Xabi Alonso le cassette del mio Pescara. Gioca esattamente come facevo io: prendono palla e partono come frecce. Motta non gioca proprio così ma costruisce per andare a realizzare, anche se nelle ultime gare ho visto un po’ di difficoltà in avanti, con tanti 0-0.
Non ho visto tutte le partite rossoblù, ma Thiago Motta è molto molto bravo. Ha un gioco propositivo, ha dato un’identità chiara alla squadra valorizzando giocatori anche in ruoli diversi da quelli in cui giocavano in precedenza: penso a Saelemaekers, ma non solo. Ha soluzioni valide, le alterna e opera una ricerca continua del gioco, sempre e comunque, senza essere stopposo nel giro palla.
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In certe gare manca un po’ un centravanti classico, con le relative difficoltà. A Roma, contro una squadra che giocava per vincere, Zirkzee e la squadra hanno fatto una grande prestazione: l’impressione è che contro squadre che se la giocano alla pari il Bologna abbia molte chance di vittoria, viceversa va un po’ in difficoltà contro avversarie accorte. Non essendoci grandi tiratori da fuori, a Zirkzee in quei contesti deve arrivare più aiuto da Orsolini e dagli altri esterni.
il Napoli dovrà attaccare e ha qualche problemino in difesa: Kim non è stato sostituito, Di Lorenzo non ha ripetuto lo scorso campionato, Rrahmani va così così, Mario Rui non è più lui e Olivera non è Mario Rui. Bisogna tenere conto che il Bologna si è avvicinato molto alla Champions: un k.o. sarebbe grave, nella situazione rossoblù anche i pareggi sono utili. A 69 punti sei dentro, il calendario non è facile e bisogna stare attenti a non buttare punti.
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Nessuno ha perso meno di Inter, Bologna e Juventus: la continuità è importante. Motta non mi stupisce: lo seguo dal settore giovanile del Psg e ricordo bene che era considerato il futuro allenatore della prima squadra. Anzi, mi avevano chiamato per convincere un allenatore che facesse da «balia» (Allegri, ndr) in attesa che lui fosse pronto. A Spezia ha fatto bene, ne parlai anche con Galliani che era del mio stesso parere ed è molto considerato tra i suoi colleghi. Non lo conosco, mi sembra un tipo particolare: ha preso decisioni non facili, penso ad Arnautovic che non è certo scarso ma forse non svolgeva i compiti che chiedeva. Fa scelte non facili e magari impopolari senza paura di essere contestato: è una qualità.
Secondo me il Bologna va in Champions e una piazza come quella non si lascia per niente e per nessuno in Italia. Non si va via da Bologna perché è la storia del calcio: penso alla splendida squadra dello scudetto del 1964, ma non solo. È una piazza che ama il calcio e ne capisce: allenai tre anni la Spal e allora il Bologna era in C con noi, lì se non giochi bene si mettono a ridere. In Emilia sono professori di calcio: quando sviluppi un gioco come Motta li conquisti e io, al posto di Thiago, non lascerei mai nella vita una città e un club come Bologna.
Conosco Sartori, ci siamo sentiti un paio di volte: capisce di calcio, ha uno staff di cui si fida. Il lavoro che ha fatto a Bergamo, con Favini al vivaio, sta portando tuttora frutti e ha tenuto il Chievo in A per anni. Fatti che parlano da soli.
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