Provocazione: il Bologna gioca in dieci o in dodici. Mai in undici. Manca un centravanti. Non pervenuto dall'inizio della stagione. E’ questa la colpa più grave della società. Non aver dato a Mihajlovic un 9 di ruolo. Le partite migliori il Bologna le ha giocate quando il suo interprete più brillante - Soriano - si è sdoppiato in due ruoli, provvedendo a garantire con i suoi gol (9) ciò che dovrebbe fare un centravanti di ruolo. Ma a Soriano - che già egregiamente svolge il ruolo di trequartista - non si possono chiedere ogni volta gli straordinari. La sconfitta con l'Inter è la dimostrazione plastica di quanto la squadra di Mihajlovic sia penalizzata da questo limite strutturale. Premessa: perdere contro la capolista rientra nell'ordine delle cose. Perdere in quel modo, però, aumenta i rimpianti. Ha ragione Mihajlovic a dire che al Bologna un pareggio sarebbe stato comunque stretto. Il Bologna ha giocato meglio dell'Inter. Con trame di gioco più brillanti, ma certamente meno efficaci. (Una considerazione a margine: l'Inter al Dall’Ara ha giocato una partita di contenimento, subendo il gioco del Bologna, «accettando» questa inerzia della partita perché sapeva che - comunque - a risolverla sarebbe bastata una sola giocata (che puntualmente è arrivata sull'asse Bastoni-Lukaku). Ebbene: è una caratteristica marcatamente italiana, un atteggiamento sparagnino che fuori confine ha conseguenze nefaste. Nessuno si chieda quindi perché le nostre squadre in Europa da anni raccolgono figure barbine e nessuno si stupisca del fatto che non vinciamo una coppa europea dal 2010, anno del Triplete di Mourinho. Ve lo immaginate - voi - un City o un Bayern che contro una squadra di metà classifica giocano con nove uomini dietro la linea della palla? ). Ma torniamo al Bologna. Vien da pensare che con un centravanti di ruolo la partita con l’Inter - per esempio - avrebbe avuto un risultato diverso. Un centravanti che sapesse rendersi utile sia prima che dopo il gol di Lukaku. Un centravanti capace di offrire a Mihajlovic una soluzione alternativa al giro-palla bellino ma poco fruttuoso che caratterizza il gioco del Bologna. Un centravanti che nelle mischie sappia farsi valere, un centravanti che sia punto di riferimento. Un centravanti che tenga impegnato un difensore. Un centravanti che dia la sensazione di giocare in undici. Un centravanti che dia un senso al gioco del calcio, la cui finalità principale è quella di buttare un pallone oltre la linea della porta avversaria, non di chiudere una partita su due con un elenco di rimpianti e una sola certezza: quella di non avere un centravanti degno di questo nome. Facciamo un giochino: andate a rivedere le partite di questa stagione, immaginate che ci sia un centravanti - qua e là - a buttarla dentro. Quanti punti avrebbe in più oggi il Bologna? Secondo noi 7-8, non di meno. Ripetiamo: in sede di mercato i dirigenti del Bologna hanno pensato che se si potesse fare a meno di un 9 di ruolo, sopravvalutando qualche elemento e caricando di responsabilità qualcun altro. E’ stata una valutazione sbagliata e oggi il Bologna ne paga le conseguenze.

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