Dopo l’exploit all’Empoli per Nicolò Cambiaghi è arrivata la chiamata del Bologna, club in netta ascesa che fornisce a giocatori giovani e talentuosi di mettersi in mostra e di muovere i primi passi in grandi palcoscenici. Questo gli è stato precluso, almeno inizialmente, dal terribile infortunio al crociato, verificatosi alla prima giornata di campionato contro l’Udinese. Poi la luce in fondo al tunnel con il rientro in campo e il gol ritrovato a Verona, con la complicità di Montipò. La rete ha dato continuità a tre ingressi dalla panchina decisivi con altrettanti assist: numeri che certificano un impatto devastante col mondo Bologna.
Dell’infortunio, degli obiettivi personali e di squadra e di tanto altro ha parlato lo stesso Cambiaghi nella lunga intervista rilasciata a Sky Sport Insider. Queste le parole riprese da Gianluca Di Marzio.com.
Dico la verità, è stata senza dubbio una grande botta a livello mentale. Ero appena arrivato al Bologna, una piazza importante e che faceva la Champions League, farsi male alla prima giornata è stato un grande dispiacere. Mi è dispiaciuto tanto star fuori questi mesi, perché ero molto carico, avevo grande voglia di dimostrare il mio valore e di mettermi in gioco
Il primo mese per me è stato molto duro, anche perché non avevo mai avuto un infortunio lungo e grave. Questa è anche stata la mia prima operazione e tutto era nuovo per me. Il non camminare, usare le stampelle, il dolore, non riuscire a dormire… Poi, insieme alle persone che mi hanno aiutato, ho fatto dei grandi passi in avanti. Ricordo la prima corsetta, al terzo mese circa, e poi piano piano ho ripreso a fare tutte le cose che per un giocatore che sta bene sono normali ma che per uno che si opera al crociato sono grandi cose
Fin da subito ho sentito la vicinanza di tutta la squadra. Non è scontato, ma questo è veramente un bel gruppo. Si sentono tutti importanti, ci alleniamo molto bene, ogni tanto ci vediamo anche fuori e andiamo veramente tutti d’accordo. Remiamo tutti verso la stessa direzione e questa è la cosa più importante. Obiettivo? Come ha detto il mister: l’ Europa, non possiamo sapere quale
All’inizio, quando sono rientrato, il mio obiettivo era quello di star bene, poi ovviamente se vengono anche le cose anche in campo, tanto meglio. Mi sento bene, ma non avendo giocato per tanti mesi non ho ancora i 90 minuti. A volte un allenamento faccio un pelo meno per recuperare energie e faccio una seduta dedicata al ginocchio per tenere la forza. In generale, penso che per i mesi che sono passati sto veramente molto molto bene
È un sogno che ho fin da ragazzino, quando vedevo la Nazionale vincere i Mondiali nel 2006. Lavoro tutti i giorni per realizzare anche questo sogno, che penso abbiano tutti i giocatori italiani, e per raggiungere la maglia Azzurra. Però non è un’ossessione
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