Orsolini si racconta: "L'esclusione dall'Europeo mi ha fatto male. Vi spiego la mia esultanza"
Le parole di Riccardo Orsolini, di ritorno a Rotella, su Bologna, Nazionale, tifosi e tanto altro

Tra i protagonisti dell'ultima stagione e non solo, c'è sicuramente Riccardo Orsolini, sempre più volto e uomo copertina di questo Bologna in rampa di lancio. L'anno per il numero 7 è stato entusiasmante anche a livello individuale, avendo trovato in Italiano il tecnico giusto per esaltare le sue doti realizzative; e il record di gol realizzati (17) è lì a testimoniarlo.
Per celebrarlo, la piccola Rotella, cittadina in provincia di Ascoli Piceno e città natale di Orsolini, ha accolto il figliol prodigo in piazza in un'atmosfera di festa e gratitudine. Diversi i tifosi del Bologna che lo hanno voluto salutare, anche in trasferta. L'evento intitolato “Orgoglio di Rotella - omaggio a Riccardo Orsolini” ha fornito l'occasione all'attaccante classe 1997 per condividere e ricordare emozioni passate, ma anche per parlare di calcio, Nazionale, Bologna e tifosi. Andiamo a riportare di seguito le sue parole.
Le parole di Riccardo Orsolini sulla sua città natale Rotella, Bologna e i suoi tifosi
Qui ho iniziato a sognare e ogni passo che ho fatto nella mia carriera è stato ispirato dai valori che ho appreso in questa comunità. Rotella la porto nel cuore, per me è davvero casa. Mi dicono che sono 'figlio di Bologna' ma io sono di Rotella e ho anche Ascoli nel cuore. Comunque 8 anni sotto le Due Torri sono tanti e ringrazio chi è venuto sin qui con addosso la maglia del Bologna solo per salutarmi
Poi prosegue il suo viaggio nei ricordi:
Qui ci sono le mie due nonne che mi sono sempre state vicine: Ida è anche venuta al Dall'Ara a vedermi. I miei genitori hanno fatto molti sacrifici per permettermi di intraprendere questo percorso, sin da quando mi accompagnavano al Picchio Village per allenarmi con i Pulcini dell'Ascoli

Le parole di Orsolini sulle sfide affrontate, le soddisfazioni e gli allenatori incontrati nel corso della carriera
Se sono diventato il calciatore che sono lo devo a tutti gli allenatori che ho avuto: da Remo Orsini che mi vide fare le rovesciate al mare e mi portò all'Ascoli fino a Vincenzo Italiano, passando per Giuliano Castoldi, Gian Piero Gasperini all'Atalanta, Sinisa Mihajlović e Thiago Motta
Sulla Nazionale
Ho un rapporto strano con la maglia azzurra: ammetto che l'esclusione dall'Europeo mi ha fatto particolarmente male. Le decisioni altrui non posso modificarle, ho capito che devo solo continuare a fare il mio
Sull'iconica esultanza “Toc-Toc”
Qualcuno ci ha visto un messaggio subliminale, ma è stata solo una cosa dettata dall'istinto: poi l'ho riproposta perché mi ha portato fortuna ed è finita per diventare un meme. Ora c'è un nuovo ct e inizierà un nuovo ciclo. Spero che l'Italia riesca a qualificarsi per i Mondiali
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