Domenico Marocchino, ex giocatore di Bologna e Juventus, è stato intervistato dal Resto del Carlino, per parlare della sfida di domenica sera al Dall’Ara.
Queste le sue parole:
Sull’ultima vittoria in casa del Bologna contro i bianconeri, 25 anni fa: “Davvero sono passati così tanti anni? Io penso che i tempi siano maturi, allora. Anche se attenzione: la Juventus è sempre una brutta gatta da pelare; pur giocando male, come con l’Inter, perde di un gol. Resta una squadra solida, ostile, difficile da affrontare”.
Sul Bologna di Thiago Motta: “Una bella squadra, mi piace molto. I rossoblù cercano sempre di essere propositivi: giocano tutti per l’amico, anzi per l’amico dell’amico. Una volta c’erano i Baggio, i Signori, i Di Vaio a dominare la scena: ora godono e brillano tutti e questo è un merito dell’allenatore”.
Sulla gestione di Arnautovic: “Normalmente se c’è uno bravo, si tende molto a scaricare su di lui, ma così gli altri migliorano poco. Motta è un allenatore molto acuto. Ha capito che poteva far crescere il collettivo e ha avuto ragione lui: onestamente il Bologna gioca benissimo anche senza Arnautovic. Lo dico con tutto il rispetto per l’austriaco che a me piace moltissimo. È un fior fiore di giocatore: quando è stato in odore di Juventus, io lo avrei preso volentieri”.
Sulle speranze europee del Bologna: “Possono ancora crederci. Chiaramente, come in tutte le cose, ci vuole un pizzico di fortuna. La cosa bella è vedere un gruppo di squadre, Bologna, Fiorentina, Sassuolo, Udinese e Torino, che hanno una filosofia di gioco abbastanza simile: non vanno mai in campo per pareggiare, ma cercando sempre di fare risultato, proponendo un buon calcio”.
Sui protagonisti di Bologna-Juventus: “Di sicuro scelgo Orsolini. Mi piace perché punta sempre l’uomo. Mi sveglia dal torpore generale di questi giocatori poco ispirati che non dribblano mai. Tra i bianconeri, invece, dico Rabiot”.
Sul Dall’Ara tutto esaurito: “La cosa migliore di Bologna è proprio la gente, il pubblico. È una città accogliente, che sa anche sorridere. E ha una tifoseria appassionata, ma non malata: questa è un’enorme qualità”.
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