La confusione regna sovrana. In campo, nella trasferta di Verona, si è vista una partita frenetica, sporca, intensa e confusa. In svariati momenti della gara, infatti, la palla ha faticato a rimanere a terra e a essere gestita con pulizia. Ha vinto la squadra messa meglio fisicamente, ma non solo. Sulle ali dell'entusiasmo per il buon momento di forma, il Verona di Tudor ha messo più volte alle corde un Bologna impaurito e quasi incapace di reagire. Il periodo negativo dei rossoblù non può non lasciare strascichi nella testa dei calciatori, specie se, a questo, si vanno anche ad aggiungere una condizione fisica rivedibile e giocatori con diversi acciacchi, vedi Dominguez e Arnautovic.
La trasferta al Bentegodi denota un Bologna numericamente troppo corto, indietro atleticamente e quasi succube delle situazioni di gioco. Servono urgenti innesti sul mercato per allungare una rosa e una panchina che, tolti i soliti 12/13, non è in grado di dare un apporto pari o migliore a chi parte dall'inizio.

LE FORMAZIONI

Il Bologna degli acciaccati si è presentato a Verona con una formazione piuttosto insolita. Sinisa ha voluto confermare il 1-3-5-2 utilizzato nelle ultime uscite, ma con alcune interpretazioni tattiche differenti: su tutti spicca la coppia offensiva Sansone-Orsolini, dunque priva di un vero e proprio centravanti, con Arnautovic in panchina; Theate esterno sinistro di centrocampo, con Hickey a destra a giocare a piede invertito. L'obiettivo di Mihajlovic era infatti quello di avere più giocatori abili nell'1 contro 1 e nel dribbling, in modo da vincere più duelli possibili contro un Hellas Verona che fa delle marcature a uomo uno dei suoi punti cardine della fase di non possesso.

I padroni di casa hanno invece praticamente confermato la stessa formazione della positiva trasferta di Reggio Emilia contro il Sassuolo. Modulo 1-3-4-2-1 con unici due cambi rappresentati da Faraoni al posto di Depaoli sulla corsia di destra e Ilic al posto di Tameze.  

LA PARTITA

Sin dai primi minuti di gioco l'Hellas ha imposto il copione che si sarebbe poi ripetuto per quasi tutti i 90' di gioco. Intensità, riaggressioni continue, pressione alta, sfondamenti e cross dalle fasce. Proprio la prima azione della partita è nata da una triangolazione sulla corsia sinistra dei padroni di casa. Il Bologna ha dimostrato anche col Napoli di andare in difficoltà nel difendere la profondità sugli esterni, specialmente sul lato sinistro d'attacco degli avversari. Nella partita di ieri, infatti, molte delle scorribande laterali degli scaligeri sono nate proprio in quella zona. In questa situazione lo smarcamento in profondità, ha permesso a Caprari di essere servito in verticale e di poter essere isolato nell'1 contro 1 con Bonifazi. Il baricentro basso e la rapidità del giocatore del Verona gli permettono di poter ritagliarsi sempre dello spazio per effettuare la giocata. E infatti così è stato. Con pallone proprio Caprari, si è sovrapposto Lazovic che ha messo un cross di prima intenzione con destinazione area di rigore. Simeone ha anticipato tutti di testa, ma essendo leggermente disturbato ha messo il pallone a lato (immagine 1).

IMMAGINE 1 - Lo sviluppo laterale dell'Hellas Verona sulla corsia di sinistra d'attacco. Triangolazione e Bologna che fatica a leggere queste situazioni di gioco.

Il Bologna aveva preparato la partita cercando di tenere il baricentro alto, pressando con intensità e difendendo uomo contro uomo a tutto campo, proprio come l'Hellas. Si voleva costringere i padroni di casa a rilanciare lungo per far perdere precisione alle trame offensive (immagine 2).
Mihajlovic aveva quindi accettato la possibilità di creare duelli in tutte le zone del rettangolo verde, con l'obiettivo di vincerne il più possibile. La difficoltà di questo assetto, però, è che se perdi un 1 contro 1 sei costretto a ripiegare e a ricompattarti velocemente all'indietro, con conseguente grande dispendio di energie.

IMMAGINE 2 - Il Bologna aveva preparato la partita cercando di pressare alto creando duelli a tutto campo.

Il gol del Bologna arrivato al 14' ha dato una sferzata di fiducia nelle file dei rossoblù. Un gol che di tattico ha poco. Il pallone vagante sulla quale si è avventato Orsolini, scaricando un sinistro meraviglioso alla sinistra di Montipò, è infatti arrivato dopo una indecisione dei padroni di casa: “vado tu, vado io" e alla fine su quel pallone ci è arrivato Orsolini che coordinandosi alla perfezione ha siglato un gran gol. Colpevole dunque anche il Verona di troppa pigrizia.

Successivamente ad un momento favorevole al Bologna, viziato sicuramente anche dall'adrenalina del vantaggio, la formazione di casa ha ricominciato a guadagnare campo e ad attaccare, specie intorno alla metà della prima frazione. 
Ancora una volta i padroni di casa hanno creato una triangolazione con Lazovic, Barak e Caprari, ieri sera tutti e 3 particolarmente attivi, per andare a scardinare il sistema di coperture dei rossoblù. Quella zona di campo si è dimostrata per l'ennesima volta vulnerabile, con Caprari che è riuscito a liberarsi per poi andare al cross in direzione Simeone e Faraoni. 

IMMAGINE 3 - L'ennesima triangolazione dell'Hellas sulla corsia di sinistra d'attacco per liberare Caprari

Non è un caso, infatti, che il gol del pareggio degli scaligeri sia arrivato proprio dalla corsia di sinistra d'attacco. Dopo un contrasto che Ilic ha vinto ai danni di Dominguez in una zona nevralgica del campo, il Verona ha creato un rombo con quattro giocatori contro due del Bologna. Superiorità numerica posizionale e ennesimo movimento interno di Caprari nello spazio non letto dalla nostra retroguardia. Sul cross dell'esterno serbo Lazovic, Caprari quasi indisturbato ha colpito di tacco sorprendendo un non impeccabile Skorupski

IMMAGINE 4 - L'azione da cui è nato il gol del pareggio del Verona: rombo posizionale a sinistra e superiorità numerica. Sul cross di Lazovic, Caprari anticipa tutti

Il secondo tempo ha visto un calo fisico notevole da parte dei rossoblù che hanno improntato la partita difendendosi di posizione e con compattezza, provando a sfruttare la rapidità, il dinamismo e la velocità di Sansone e Orsolini per le transizioni offensive. La condizione fisica precaria dei rossoblù, però, è emersa, costringendo i ragazzi di Mihajlovic a giocare “sporco” per cercare di difendere il risultato.

L'evidente difficoltà fisica, con conseguente calo anche della concentrazione, è apparsa soprattutto nel momento in cui il Bologna ha faticato tremendamente a uscire palla al piede dalla feroce pressione dell'Hellas Verona. I rossoblù hanno infatti sbagliato tecnicamente le uscite dalla difesa in più occasioni, esponendosi a importanti rischi. Come vediamo nell'immagine 5 il Bologna ha perso palla in costruzione con Orsolini. Il tridente scaligero Barak-Simeone-Caprari attaccava in 3 contro 3. Il bel pallone servito da Barak all'attaccante argentino è stato però prontamente ipnotizzato da Skorupski che nel "tu per tu" non si è fatto sorprendere.

IMMAGINE 5 - Sul pallone perso in uscita da Orsolini, il Verona ha attaccato in 3 contro 3 andando a calciare in porta con Simeone

Il secondo tempo è stato, purtroppo per noi, un monologo Hellas. Sono stati soprattutto i cambi a fare la differenza. Gli ingressi di Tameze, Kalinic e Lasagna hanno dato nuova verve alla spinta scaligera, con il Bologna che ha provato a prendere respiro con l'energia dei giovani Annan e Vignato.
Specialmente la forza fisica di Tameze ha veramente fatto la differenza. L'ex centrocampista dell'Atalanta, con la sua freschezza, ha recuperato 2-3 palloni veramente fondamentali, causando transizioni offensive pericolosissime, come nel caso del tiro di Lasagna al 64'. 

Non è un caso, infatti, che anche il gol del definitivo 2-1 dell'Hellas Verona sia nato proprio da un recupero palla di Tameze. Come vediamo nell'immagine 6, azione dalla quale è partito il gol, il centrocampista franco-camerunense ha vinto il contrasto con un giocatore del Bologna ed è andato a servire in profondità Lasagna. Medel ha provato ad accorciare uscendo sull'attaccante scaligero, ma alle sue spalle Kalinic si stava preparando per attaccare l'area di rigore, con Bonifazi visibilmente in ritardo nella posizione. 

La palla che ha poi servito Lasagna in area per la testa del centravanti croato è stata veramente un 'cioccolatino' da scartare, anche se c'è da specificare che il Bologna, sicuramente a causa del calo fisico, ha lasciato veramente troppo spazio tra portiere e linea difensiva. Bonifazi è stato troppo lento a rientrare e Medel avrebbe dovuto farsi attrarre meno dal pallone e accorciare lo spazio tra Kalinic e Skorupski (immagine 7). Tutti errori che poi nell'economia di una partita possono fare la differenza. 

IMMAGINE 6 - Il recupero palla di Tameze che è andato a servire Lasagna nello spazio. Dal suo cross è nato il gol del vantaggio
IMMAGINE 7 - Il posizionamento della difesa del Bologna è molto distratto. C'è troppo spazio tra Kalinic e Skorpuski che la difesa rossoblù avrebbe dovuto accorciare

 

Terza sconfitta in tre partite in questo 2022. Panchina troppo corta, ricambi non all'altezza e condizione atletica precaria. Il momento negativo passa soprattutto da queste situazioni. La pausa, come ha spiegato bene Mihajlovic in conferenza stampa, arriva proprio nel momento giusto. Urge ritrovare una forma fisica di livello, così come provare a setacciare il mercato alla ricerca di qualche innesto di livello che possa allungare la rosa. Contando anche che Dominguez molto probabilmente per oltre un mese non ci sarà causa operazione alla spalla. Non si preannunciano settimane facili. Serve ritrovare unità di intenti per ricominciare a macinare gioco e punti. A Mihajlovic l'arduo compito di risollevare questa squadra da un momento estremamente negativo.

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