Ospite alla prima puntata di “Basket on E-R”, in onda su Icaro Tv (canale 18), il coach dell’Olimpia Milano Ettore Messina ha detto: “ La mia squadra è più profonda: abbiamo aggiunto tiro e presenza sotto canestro con Davies. Dobbiamo avere pazienza e fortuna nel non avere infortuni. L’importante è qualificarsi ai playoff, perché otto squadre su diciotto sono poche, poi una volta che sei lì se stai bene puoi arrivare alle Final Four. Il problema grosso è qualificarsi per i playoff. La Virtus nelle prime 8?Nella partita di Supercoppa ho visto Mickey, Lundberg e Cordinier che danno un atletismo molto importante in vista dell’Eurolega bianconera. Anche Bako ha fatto un’ottima prestazione. Ah, Recalcati ha detto che non piango solo io? Per fortuna, però mi resta il copyright ” 

E poi un lungo capitolo sulla Virtus: “I rapporti a livello politico con V nera sono formali. I rapporti in città quando torno a casa sono eccellenti. I rapporti con i tifosi non sono grandi rapporti. Io ricordo che quando sono tornato dagli Stati Uniti ho avuto un’accoglienza affettuosa, come sempre. Tra le colpe attribuitemi, evidentemente ha fatto comodo credere che, quando il campionato è stato sospeso in pandemia, sia stato sospeso da me. Per giustificare gli insulti possiamo credere a tutto, che uno ha artefatto i campionati, che non ho accettato la proposta di Virtus e l’ho tradita andando a Milano e tanto altro. Ma non c’è mai stata una proposta Virtus indirizzata a me. Con Alberto Bucci ho ripreso il rapporto amicale quando sono tornato dal Texas e tante volte mi ha detto che gli sarebbe piaciuto se io fossi tornato ad allenare la Virtus, ma non si sono mai verificate le condizioni.  Pensavamo di essere molto avanti con Alibegovic, poi la Virtus riuscì a prenderlo, magari grazie ad un intervento del padre. Altri casi di sovrapposizioni di mercato non ci sono stati o comunque non sono definibili “rapine”. La Virtus, sia chiaro, con noi è la prima candidata per lo scudetto”.

“Bravo a prendere Hines? Gli era scaduto il contratto col CSKA, il Chacho l’ha convinto della serietà della situazione, quindi non mi posso prendere meriti, così come non me ne prendo per Ginobili, il cui acquisto è stato fortemente voluto da proprietario e Consolini. Melli in Nazionale nel 206/17 era già importante e lo era anche nello spogliatoio di Milano. L’anno scorso mi ha detto scherzando che non ci siamo fidati perché non l’abbiamo fatto unico capitano. Già la stagione passata Nicolò ha avuto un grande peso nello spogliatoio a livello fisico e mentale. L’ho visto molto affaticato i primi giorni che è arrivato, infatti non ha fatto una grande prestazione in Supercoppa, ma già contro Brescia i suoi venticinque minuti sono stati di livello.” 

Cosa ti resta dell’esperienza NBA? “Penso quotidianamente a San Antonio, ai colleghi, a Popovich e ai giocatori. Popovich è un faro che provo a seguire ogni giorno, con dei limiti che mi rendono lontano da lui. Come faceva le cose è uno stimolo quotidiano.” 

Due playmaker come assistenti: “Dopo l’esperienza fatta con Pozzecco, mi ha fatto piacere continuare con un assistant coach che avesse giocato, perché io come si sente un giocatore nello spogliatoio nelle varie situazioni non lo so, quindi ho fortemente voluto Peppe Poeta. Io non sono il più positivo di tutti quando si perde, quindi avere al proprio fianco una persona competente e positiva è un punto di vista diverso dal mio e sono convinto che questa sia una mia responsabilità per aiutare la squadra”.

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