Una grande occasione sprecata sul più bello: questa frase può forse riassumere bene la partita persa con pieno merito dal Bologna contro l’Hellas Verona. Con circa 4000 tifosi al seguito (encomiabili per il grandissimo sostegno offerto alla squadra nel corso di tutti i novanta minuti e oltre), sulle ali di un entusiasmo che non si vedeva in città da tanto tempo e sulla scia di cinque risultati utili consecutivi (tra cui due pareggi con Lazio e Milan e una vittoria in trasferta contro l’Atalanta), i rossoblù avevano la concreta possibilità di poter continuare a sognare in grande e provare ad avvicinare proprio gli stessi bergamaschi, distanti al momento solo cinque punti (ma a questo punto con una partita in meno). Al fischio finale, tuttavia, è rimasta in quasi tutti i tifosi del Bologna solo grande amarezza per un match, per larghi tratti, letteralmente non giocato dagli uomini di Thiago Motta, a cui sarebbe bastato veramente poco per ottenere un risultato pieno contro una squadra, sulla carta, nettamente inferiore, e che ieri ha fatto il minimo sindacale per vincere la gara. Purtroppo però il verdetto del campo ha parlato chiaro, e ora la già difficile corsa per l’Europa si fa ancora più dura (fermo restando che questa rosa sta già facendo cose egregie, dato che al momento in classifica è dietro solo alle big del campionato e davanti ad una formazione più forte come la Fiorentina e ad altre del suo stesso livello come Torino e Sassuolo). Ma cerchiamo di andare con ordine.

Il primo tempo dunque, che è stato condotto in maniera tutt’altro che perfetta dai felsinei: dopo una prima fase di studio, in cui il Bologna ha avuto sostanzialmente il controllo totale del possesso palla, mentre l’Hellas si è chiuso con attenzione dietro la propria linea di metacampo in attesa di poter ripartire in contropiede, la formazione di casa ha infatti preso campo minuto dopo minuto. Le occasioni principali della prima frazione di gioco, seppur non ce ne siano state in generale di così clamorose, le hanno avute non a caso tutte i gialloblù, che nei minuti di recupero hanno meritatamente sbloccato il match su calcio di rigore (gol del grande ex Simone Verdi, che ieri sera è sembrato di nuovo quel bellissimo giocatore visto per diversi anni allo stadio Dall’Ara). Il Bologna, in tutto questo, ha fatto vedere pochissime di quelle ottime qualità che ha fatto vedere nelle ultime uscite. Soprattutto in attacco, dove mister Thiago Motta ha provato a proporre qualche soluzione differente dal solito (in modo particolare Joshua Zirkzee come prima punta), i rossoblù non hanno creato quasi nulla, e quelle poche volte che si sono fatti vedere in avanti hanno gettato alle ortiche qualunque tipo di possibile palla gol. Una piccola parentesi pure sull’arbitraggio, che ieri sera mi ha convinto veramente poco: un primo rigore inventato (poi tramutato in una punizione altrettanto inventata con annessa ammonizione) e una gestione dei cartellini discutibile (il Bologna aveva metà squadra ammonita già dopo i primi quarantacinque minuti) sono state solo alcuni aspetti che non mi hanno per nulla convinto nel corso della direzione di gara di Mariani.

Nel secondo tempo, nonostante alcuni cambi immediati per provare a svoltare la partita (Nikola Moro, Riccardo Orsolini e Nicola Sansone su tutti), il copione non è per niente cambiato, e l’Hellas ha trovato il raddoppio con il solito Verdi già al 60°, questa volta su un bel colpo di testa (non proprio la specialità della casa). Per il resto, il Bologna ha creato poco anche in questa frazione di gioco, perlomeno fino al minuto 93. In pieno recupero, infatti, i rossoblù hanno finalmente trovato la rete con Nicolas Dominguez, bravo a battere Montipò con un morbidissimo pallonetto. Subito dopo, poi, i felsinei sono andati ad un passo da un clamoroso pareggio, ma il tiro di Riccardo Orsolini da buonissima posizione si è spento tristemente sul fondo. Sarebbe stato un pareggio sicuramente immeritato, ma rimane comunque una piccola beffa per il Bologna, che anche in una giornata nera come questa ha rischiato seriamente di produrre il sesto risultato utile consecutivo (e mi sento di dire che questo aspetto, perlomeno, rappresenta una piccola nota positiva all'interno di una pessima serata).

Passiamo ai singoli, anche se per questa volta sarebbe meglio soprassedere: a parte Dominguez, autore di un bel gol e ultimo a mollare in campo, e l’ormai consueta accoppiata Lucumì-Soumaoro, protagonista ancora una volta di una partita con pochissimi errori, tutti gli altri giocatori scesi in campo hanno offerto una prestazione negativa (se non addirittura peggio in certi casi). Dopo una gara del genere, in cui sostanzialmente nessuno dei protagonisti è riuscito a strappare più di un 6 in pagella, sarebbe quanto mai ingiusto scagliarsi contro i vari singoli, e pertanto mi limiterò a puntare il dito contro tutta la squadra, che in un match di questo tipo, in cui l’Hellas aveva l’obbligo di vincere per potersi rilanciare nella corsa salvezza, ha messo in campo un atteggiamento a mio modo di vedere sbagliato. Poca cattiveria, tanto nervosismo e una qualità di gioco scadente sono state tre delle caratteristiche principali del Bologna che ha giocato ieri sera al Bentegodi. Per portare a casa un bel risultato sarebbe servito ben altro.

Archiviata la brutta partita di Verona, ora il Bologna si troverà di fronte la Juventus, per un match che si giocherà tra poco più di una settimana allo stadio Dall’Ara. Ebbene sì: proprio quella Juventus che fino soltanto a pochi giorni fa era appaiata in classifica ai rossoblù, ma che adesso si è vista riassegnare, almeno momentaneamente, quei quindici punti che le erano state originariamente tolti per il processo plusvalenze. Sarà una partita ovviamente molto difficile, contro un avversario di altissimo livello, che ora avrà pure motivazioni extra per essere rientrato in piena regola nella corsa per la Champions League. Il Bologna, ad ogni modo, ha tutte le carte in regola per mettere in difficoltà i bianconeri, soprattutto sul proprio terreno di gioco. Nel frattempo, però, servirà recuperare tutte le energie fisiche e mentali spese a Verona, perché contro i bianconeri servirà tutt’altra prestazione per portare a casa un risultato positivo. E un’ultima cosa: cerchiamo di non essere troppo duri e netti nei giudizi verso questa squadra e questi giocatori, perché il percorso che è stato fatto fino ad oggi rimane di altissimo livello, e non può essere solo una brutta sconfitta a farci cambiare idea in maniera così repentina. Ricordiamoci dove eravamo pochi mesi fa e dove siamo adesso.

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