Anche questo campionato sta per volgere al termine. Ultimi 90' da giocare e poi sarà vacanza per l'ambiente rossoblù. O meglio, per i giocatori. Sì, perché dietro le quinte si prevedono invece ribaltoni e si presuppone che le imminenti settimane saranno decisamente calde. Saputo è pronto a rientrare a Bologna per programmare la prossima stagione e dovrà risolvere il rebus allenatore e direttore sportivo. Se per quest'ultimo le strade sembrano ormai separarsi dal Bologna, per il tecnico serbo il futuro è ancora tutto da decifrare. 

Personalmente resto fermo sulla mia linea, ovvero che l'attuale ciclo tecnico, da queste parti, sia ormai al capolinea. C'è senza dubbio tanto di buono lasciato dalla gestione Bigon-Mihajlović. Su tutte l'aver costruito una squadra giovane, futuribile e abituata a giocare un calcio comunque moderno, intenso e divertente, dopo stagioni piuttosto soporifere. 
I risultati forse non sono sempre stati all'altezza delle aspettative della calda piazza rossoblù, ma il club si è consolidato in Serie A e può senz'altro guardare al futuro con fiducia, per tentare di fare un ulteriore passo in avanti. Sabato 21 ore 17.15 coincide con l'ultima puntata della stagione. A Marassi il Bologna sfiderà il Genoa, in una partita che non avrà molto da dire. Padroni di casa già retrocessi in Serie B, ed emiliani senza alcun obiettivo chiaro, ma con l'intento, quanto meno, di terminare il campionato in maniera positiva. 

SISTEMA DI GIOCO

Alexander Blessin ha esordito sulla panchina del Genoa il 22 gennaio scorso. Dopo un inizio di stagione disastroso, la dirigenza ligure ha optato per lo sconosciuto (almeno in Italia) tecnico tedesco. Blessin è stato bravo a dare un'identità tattica chiara e semplice, ma allo stesso tempo anche abbastanza solida ad una squadra con evidenti lacune tecniche ed oggettivamente mal costruita. Il materiale a disposizione, diciamolo chiaramente, non è stato di grande livello e più di così era difficile fare. L'ex tecnico dell'Oostende ha puntato sul doppio modulo: 1-4-2-3-1 o 1-4-4-2, a seconda della squadra avversaria. Un sistema di gioco comunque offensivo e orientato a voler sempre tentare di essere propositivi in fase offensiva. 

Il Genoa è la squadra che, in stagione, ha vinto meno partite di tutta la Serie A (solo 4) ed ha il primato negativo del peggior attacco, con solo 27 reti segnate. Il bomber è stato Mattia Destro, nostra vecchia conoscenza che è andato in gol 9 volte in campionato. Non hanno rispettato le attese i giovani Yeboah e Piccoli, mai andati a segno e forse troppo acerbi per prendersi sulle spalle una piazza quella del Grifone. Una squadra, dunque, priva di giocatori veramente di qualità in grado di spostare gli episodi di un match a proprio favore. A gennaio la dirigenza rossoblù ha provato a investire, in realtà senza troppo successo, su Amiri e Gudmundsson per trovare un po' di imprevedibilità offensiva. 

FASE DI POSSESSO PALLA

Il Genoa targato Blessin è ancora una delle poche squadre che nel nostro calcio non ama costruire dal basso. Il tecnico tedesco ha sicuramente capito che la poca qualità tecnica dei propri interpreti difensivi non possa permettere con continuità quel tipo di costruzione. Chiaramente, però, questo aspetto dipende anche dal tipo di avversario che affronta il Genoa. Nella slide 1, presa dalla recente partita contro la Juventus, Blessin ha preparato la partita evitando rischi e cercando costantemente il rilancio lungo del portiere. La squadra si è disposta compatta sulla sinistra del campo con un solo obiettivo: vincere i duelli aerei e recuperare la seconda palla in una zona di campo già avanzata.

IMMAGINE 1 - La costruzione del gioco del Genoa di Blessin: rilancio lungo, seconde palle e pochi rischi

La poca abitudine a giocare dal basso porta senza dubbio delle difficoltà di lettura delle situazioni in determinati momenti. Guardando l'immagine 2, troviamo Sirigu che è in possesso del pallone e cerca di capire come proseguire l'azione. Da una parte prova infatti ad attirare la pressione della Juventus con l'intento di smarcare qualche compagno vicino e poi scaricare la sfera. Dall'altra parte, però, le posture e l'atteggiamento dei giocatori del Genoa sono evidenti: nessun rischio e rilancio immediato in avanti. E' evidente, infatti, che il triangolo di giocatori rossoblù non si apra per ricevere, ma fa densità e si chiude in zona palla, occupandosi più, nonostante il possesso a favore, di oscurare l'avversario. L'esperto portiere è costretto dunque a rilanciare lungo in avanti.

IMMAGINE 2 - Posture chiuse e atteggiamento remissivo. Il Genoa fatica a costruire dal basso e rilancia lungo

La costruzione a centrocampo del gioco del Genoa ha mostrato in più occasioni uno sviluppo abbastanza interessante. Il pallino del gioco è senza dubbio nei piedi di Milan Badelj, giocatore dalle spiccate qualità in impostazione. Il regista croato orienta spesso le trame sulla corsia di sinistra, dove Criscito, giocatore abile tecnicamente e nel palleggio, può dare una soluzione in più alla sviluppo e alla regia. Inoltre Galdames si posiziona molto vicino proprio a Badelj per dare superiorità numerica posizionale (3 vs 2). L'obiettivo diventa andare a giocare alle spalle della linea di pressione della Juventus che, se superata, permetterebbe poi con 3 uomini di andare ad attaccare frontalmente il pacchetto arretrato bianconero e la porta (immagine 3). 

IMMAGINE 3 - Badelj in possesso di palla orienta il gioco sulla sinistra per sfruttare le capacità in fase di regia di Criscito

L'importanza di Criscito nello sviluppo e nella rifinitura del gioco del Genoa lo possiamo notare in maniera evidente nell'immagine 4. Badelj è in possesso di palla e guadagna campo in avanti. Interessante il movimento di Portanova che, partendo da sinistra, va ad occupare il centro del campo per trascinarsi dietro l'avversario e liberare spazio. Quello spazio viene successivamente occupato dalla spinta di Criscito, che accompagna la manovra e può arrivare sulla trequarti, a ridosso dell'area. Da lì, l'ex Zenit, fa solitamente partire un cross col mancino proprio con destinazione area di rigore. Destro è il riferimento all'interno della stessa, con il compito di schiacciare la retroguardia avversaria, smarcarsi e di vincere più duelli aerei possibile. 

IMMAGINE 4 - Taglio dentro di Portanova per liberare spazio sulla corsia per Criscito

Abbiamo dunque visto delle situazioni che mettono in luce un Genoa in formato ‘semplice’. Non disponendo di grandi giocatori, Blessin ha preferito organizzare la squadra secondo dettami tattici molto classici: rinvio lungo da fondo campo, duelli aerei, tagli interni a liberare le corsie esterne e cross continui in area di rigore per mettere sotto stress la difesa avversaria.

FASE DI NON POSSESSO PALLA

Anche in fase di non possesso palla il gioco del Genoa di Blessin prevede princìpi semplici, ma comunque molto chiari. Su tutti il Gegenpressing. Di matrice tedesca, il Gegenpressing consiste nella reazione immediata alla palla persa, con l'obiettivo di recuperare il possesso il prima possibile, sfruttando tutti i giocatori vicini alla palla. Un esempio di questo tipo di pressione lo possiamo vedere nell'immagine 5. Il Genoa perde un pallone in fase di attacco: i 4 giocatori lato palla cosa fanno? lasciano perdere i riferimenti, gli appoggi o i sostegni, ma si fiondano tutti sul pallone per essere in superiorità numerica e recuperare il prima possibile la sfera. Il lato negativo del Gegenpressing è che se non si riesce a rientrare in possesso del pallone con velocità, diversi uomini rischiano di essere tagliati fuori dal gioco, anche con un semplice cambio di campo, che potrebbe creare spazi pericolosi da andare a difendere poi in un momento successivo.

IMMAGINE 5 - Il Gegenpressing di Blessin, con l'obiettivo di recuperare subito il pallone

Anche nell'immagine 6 possiamo vedere una situazione interessante portata dal Genoa in fase di non possesso palla: si va a togliere spazio e fiato al regista avversario (in questo caso Arthur). I rossoblù creano una sorta di triangolazione difensiva attorno al portatore. Anche in questa situazione è curioso notare che i giocatori del Genoa si interessano solo di andare sul pallone e non di coprire i possibili appoggi. Inoltre viene concesso solo lo scarico all'indietro, tentando di oscurare o ritardare il più possibile la verticalità del gioco. 

IMMAGINE 6 - Triangolazione difensiva sul play avversario, con l'obiettivo di fargli scaricare palla solo all'indietro

Atteggiamento intenso e spirito propositivo. Il Genoa in fase difensiva si basa su questi due concetti. Anche contro una squadra di vertice come la Juventus, Blessin ha voluto preparare la partita portando pressione e baricentro alto, senza timore di lasciare troppi buchi alle spalle della linea difensiva. 
Come vediamo nell'immagine 7, infatti, è molto interessante notare come il Genoa, sulla prima costruzione bianconera, conceda il possesso solo al portiere. In questo caso i rossoblù vanno a marcare tutti gli appoggi e i sostegni, per non lasciare trame di gioco pulite e semplici. Si vuole dunque costringere la Juventus a rilanciare lungo per poi affidarsi ai duelli aerei individuali, dove comunque è oggettivamente più facile per i difensori sporcare il pallone e le giocate.

IMMAGINE 7 - L'atteggiamento propositivo da parte del Genoa di Blessin in fase di non possesso palla

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