A proposito dell’addio di Zirkzee, l’ex rossoblù Marco Negri ha parlato della caccia al centravanti del Bologna. Ecco le sue parole rilasciate in un’intervista a Il Resto del Carlino.
Capisco la massima attenzione che il Bologna sta usando nella scelta dell’attaccante. Il centravanti non si può sbagliare e sostituire Zirkzee è doppiamente difficile. E’ un addio che pesa molto. Zirkzee era un facilitatore, era l’olio dell’ingranaggio offensivo. Lo scorso anno è andato in doppia cifra, ma con i suoi movimenti ha mandato in gol tanti compagni. E’ difficilissimo, per non dire quasi impossibile, trovare un sostituto che garantisca quel genere di lavoro.
Per il gioco di Italiano il centravanti è più un finalizzatore che un “nove” di manovra. Il Vlahovic di Firenze con Italiano si è divertito parecchio e gli ha risolto un sacco di problemi. Ecco perché la scelta del centravanti è strategica e delicatissima. Io mi fido ciecamente del lavoro che hanno fatto in questi anni i dirigenti e comprendo tutta la cautela che accompagna questa loro scelta.
L’identikit del nuovo Zirkzee? Deve dare profondità alla squadra e attaccare la porta: ma deve essere anche un “nove” votato all’aggressione nella fase di non possesso palla. Italiano punta su un recupero palla altissimo e il ruolo della punta che va in pressione dei difensori è fondamentale, quindi serve un attaccante di gamba. E servirà anche con un po’ di esperienza dal momento che si andrà a giocare la Champions.
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A me questo ragazzo piace parecchio e mi piacerebbe anche poterlo allenare, perché sono convinto che abbia grandi margini di crescita. Intanto attacca bene il primo palo, qualità che per gli attaccanti di oggi è rara. Poi si vede che ha fame, voglia di migliorarsi. Detto questo dargli oggi la maglia di centravanti di un Bologna che giocherà in Champions sarebbe un azzardo. La soluzione è farlo crescere mettendolo in competizione con un centravanti più pronto. Allenarsi con uno più bravo e più smaliziato di te è una formidabile spinta a crescere: sono convinto che Zirkzee da Arnautovic in un anno abbia imparato tanto.
La magia del Bologna della scorsa stagione era qualcosa di unico e vederla svanire così mi lascia l’amaro in bocca. Perché non era un ciclo finito: si poteva ancora andare avanti insieme. Il modo in cui è finita mi lascia una lacrimuccia, ma sposo l’orgoglio bolognese: chi non vuole rimanere in questo Bologna se ne può tranquillamente andare e si va avanti lo stesso. Motta? Quando tornerà al Dall’Ara per lui mi aspetto dei fischi. Calafiori? Il Bologna ha un progetto, un’idea di percorso, che prevede di acquistare calciatori da formare, rivenderli e reinvestire il ricavato in nuovi prospetti. Ed è una filosofia che approvo. Io un Calafiori lo accompagno volentieri al piano di sopra se mi porta in cassa tutti quei soldi.
Bellissimo: ma guai se questa prospettiva cambiasse lo schema di crescita a Casteldebole. Giocare in Europa è qualcosa di speciale e unico, la Champions poi è il top del calcio mondiale per club. Il mio consiglio è di godersela, di giocarsela con impegno, ma anche con la testa libera: perché è un palcoscenico così importante che farà crescere tutti gli attori. E aggiungo: una o due trasferte da tifoso, appena esce il calendario, le battezzerò anch’io.
Il mercato è appena cominciato, è un percorso lungo. Ma so già quale sarà l’acquisto più importante: il ritorno di Ferguson. Conosco questo ragazzo, conosco la sua famiglia, so come sono fatti gli scozzesi: Lewis tornerà più forte di prima. Anche lui, come lo era Zirkzee, è olio per l’ingranaggio rossoblù.
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