La partita di domenica contro la Lazio sarà una gara decisiva per Mihajlovic. Sinisa contro il suo passato, che lo ha visto entrate da calciatore nel cuore di tutti i laziali. I tifosi biancocelesti non lo hanno mai dimenticato, perché il 6 ottobre 2019, nel bel mezzo della leucemia che lo colpì, un vero e proprio pellegrinaggio composto anche da laziali, lo accompagnò a Bologna per tutto il tragitto di San Luca, invocando la guarigione. Il 29 febbraio 2020, a seguito delle prime gare rinviate a causa della pandemia, a Roma fu accolto come un vero eroe, con tanto di passerella sotto la Curva Nord, cori di conforto e tutto l'affetto del popolo laziale. Un rapporto che stava per diventare ufficiale nella scorsa estate, quando il serbo era ad un passo da diventare il nuovo allenatore della Lazio. Oggi però la realtà è tutt'altro che rosea e con un passato romantico, perché dopo 7 punti in tre partite, sono arrivati 12 gol incassati e un misero punto in altrettante tre gare, che hanno messo in serio pericolo la permanenza di Sinisa sulla panchina del Bologna. Il tecnico si giocherà il proprio destino contro Sarri, l'allenatore che alla fine è stato preferito da Tare e che ai tempi di Empoli, lo accolse durante la gestione di un allenamento; la stessa città toscana, che appena neanche una settimana fa, lo ha fatto finire sotto l'occhio del ciclone.

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Resto del Carlino - Il Bologna cerca il riscatto, ma le ali rischiano la panchina

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