Ecco le parole di Marco Di Vaio in una lunga intervista rilasciata ai microfoni di TuttoMercatoWeb, dove ha analizzato a 360° il momento che sta vivendo il Bologna.

Il ruolo del direttore sportivo

Difficilissimo prima che bello. Il risultato della domenica ti rasserena, quello è il bello… Scherzi a parte è un ruolo complicato: avendo lavorato accanto a tanti direttori ho potuto capire a quante cose devi stare attento, quanto contano i rapporti e la preparazione, la visione dei giocatori. Ho studiato e sto studiando molto”.

Il lavoro per Di Vaio con Giovanni Sartori

Per me è una fortuna, così come lo è stato aver lavorato vicino a Sabatini, Corvino, Bigon. Questi hanno scritto la storia del ruolo in Italia. Con Giovanni c’è una metodologia diversa, mi ha fatto scoprire un nuovo approccio. Io sono come lui, legato alla visione live, in questo ci siamo trovati subito. Prima facevo il responsabile scouting… Lavorare con lui è un’esperienza importante, attiva. Soprattutto sulla parte straniera, parlare le lingue e mantenere rapporti con gli agenti. Cercando di non lasciare niente al caso”.

Il sogno europeo

La storia ci insegna che un club come il nostro deve approfittare delle difficoltà dei grandi club. Il divario, purtroppo, è molto grande rispetto alle prime sei-sette del campionato. Da noi sta avvenendo un processo di acquisizione di forza di un gruppo nuovo e fatto di giovani, che è cambiato radicalmente e si sta formando su basi positive. I ragazzi si rendono conto che possono dar fastidio, che sono forti e possono dire la loro. Grazie alla guida di un allenatore giovane ma dalle idee molto chiare: c’è molto potenziale e voglia di dimostrare la propria forza, di confrontarsi e capire cosa si può dire contro le grandi. Per cullare altri sogni ci vuole la seconda parte del campionato: trovare continuità è difficile. A Firenze non meritavamo di perdere, per esempio, ma purtroppo gli episodi sono fondamentali. Manteniamoci e proviamo a crescere, per consolidare la mentalità servono risultati, esperienze e tempo”.

Il grande livello di Thiago Motta e la situazione rinnovo

Me l’auguravo, quando abbiamo deciso di portarlo qui sapevamo del lavoro che aveva fatto a La Spezia e in parte a Genova. Conoscevamo il suo potenziale e speravamo lo esprimesse da noi in maniera definitiva. Da noi ha dato un’identità alla squadra, con carattere e determinazione, grazie allo staff e assieme al club. Durante l’estate abbiamo lavorato per dargli giocatori più vicini alle sue idee, cercando di mantenere chi lo scorso aveva fatto meglio con lui. Il tutto seguendo le sue indicazioni. Ha un grande potenziale e questo ci dà la volontà di andare avanti. L’abbiamo già spiegato a lui e al suo agente, in questo momento lui preferisce pensare al quotidiano ma sapere che si trova bene ci basta per programmare il prossimo futuro. Vogliamo andare avanti anche oltre la fine del campionato”.

Il subentro e la difficoltà nell'esonero di Mihajlovic

Il momento più difficile e tragico della mia esperienza post-calcio giocato. Noi abbiamo vissuto tutti insieme la sua malattia, sono stato uno dei primi all’inizio a sapere della sua malattia. Ne ho visto la caduta, la risalita e purtroppo la ricaduta. Ancora non riesco a crederci… In quel momento comunicargli che andavamo su un’altra strada è stato complicato, ma l’abbiamo trattato come voleva. Da allenatore, non da malato. Questo era il rispetto che ci eravamo dati finora e per noi eravamo arrivati alla fine del rapporto, la squadra non rispondeva più agli stimoli. A malincuore, lo dico, perché saremmo andati avanti con lui a vita. Il mondo calcistico si è indignato, ma senza conoscere le condizioni. Sono stati avanzati giudizi superficiali, senza conoscere come stavano le cose all’interno. C’è chi ha aperto la bocca per dare fiato”.

Marco Di Vaio
Marco Di Vaio

La grande intuizione di Zirkzee

Parliamo spesso, già l’anno scorso fui io ad andare a parlare con lui quando lo volevamo prendere. C’era ancora Sinisa, l’idea di giocare con le due punte e il 3-5-2. Poi dopo un mese è arrivato Motta e siamo passati al 4-3-3, con Arnautovic ha giocato meno. All’inizio per lui è stato complicato, mentalmente non era semplice competere con Arnautovic ma quando Marko è partito Joshua ha fatto il salto di qualità. Da ogni punto di vista: determinazione, lavoro, professionalità. Ha mostrato un grande spirito, come quando giocava all’Anderlecht e andavamo a vederlo. Uno dei primi consigli che gli ho dato è di prendere un numero importante, ha preso il 9. Agli attaccanti si chiede concretezza, Joshua è diverso ma mi piace la sua attitudine e arriverà a fare i gol necessari. Poi oltre a quelli già mette dentro tanta altra roba. E ricordiamo che è un 2001, io alla sua età non avevo determinate certezze. Arrivano col tempo, quelle. Sta mettendo in campo tutte le energie fisiche e mentali per fare al meglio”.

A gennaio il talento olandese non partirà

Non pensiamo assolutamente di cederlo. I rumors servono a poco, lui deve continuare a lavorare e a giocare, a crescere e dare continuità aiutando i propri compagni. Quando inizi a diventare punto di riferimento serve l’aiuto anche nelle difficoltà. Procediamo, tutti insieme e rendiamo concreto e costante il potenziale”.

La grande sorpresa: Calafiori

Volevamo già prenderlo l’estate prima poi però aveva problematiche al ginocchio e le difficoltà avute al Genoa non ci lasciavano tranquilli. Poi seguendo il Basilea per Ndoye, tantissime volte, abbiamo visto che durante la stagione è cresciuto. Nel finale ha fatto pure il centrale, sia a tre che a quattro. Nel finale di mercato si è creata l’opportunità e l’abbiamo preso proprio per il doppio ruolo. Dietro a Lucumi e volendo anche da terzino sinistro, suo ruolo naturale. L’infortunio a Lucumi ha accelerato tutto, Riccardo si è fatto trovare pronto e ha fatto prestazioni importanti da centrale. Ha questo vantaggio e ne siamo contenti”.

L'acquisto di Karlsson e il suo momento difficile

C’erano tanti interessi, da anni. Con l’AZ aveva dei numeri confermati anche in Europa e un giocatore così genera interesse. C’è bisogno che si adatti al campionato e all’idea dell’allenatore, ma troverà le risposte nel suo percorso perché è un ragazzo applicato. Ha voglia di crescere e imparare, con la testa ben aperta e fare lo step successivo. Di quello abbiamo parlato quando doveva venire qui, sapeva di avere tanta competizione sulle fasce, per volontà nostra e dell’allenatore e che nonostante i soldi spesi trovava una concorrenza importante. Diamogli tempo, ora purtroppo si è fatto male ma ha voglia di emergere”.

Orsolini leader

Fa gol belli, ha senso della porta e ogni anno porta a casa numeri. L’ho visto molto cresciuto dopo la firma del nuovo contratto, come se nella sua testa avesse assunto una posizione diversa nel gruppo. Sta crescendo molto sotto la guida di Motta: sa finalizzare bene, nella fase di costruzione può fare meglio, soprattutto per fare uno step successivo e andare in un top club. Per quello dovrebbe abbinare con intensità le due fasi, quest’anno stava dando segnali. Peccato si sia fatto male ma è il calcio”.

Mercato in entrata nella sessione di gennaio

Siamo pronti, se capiamo che ci sono occasioni che migliorino la squadra ci pensiamo. Ad oggi il gruppo ci dice che è omogeneo ed ha una percentuale di crescita, vedremo cosa ci offrirà il mercato. Qualche idea ce l’abbiamo, ma ne parleremo più avanti col mister. Ci prepariamo per gennaio, valutazioni ulteriori ce le darà il campo da qui a gennaio, semmai”.

LEGGI ANCHE: Verso Bologna-Torino: rientrato Lucumi

Verso Bologna-Torino: rientrato Lucumi
Bologna: servono i gol, non bastano Zirkzee e Ferguson

💬 Commenti