Finché la barca va, lasciamola andare tanto il Bologna non affonderà - la qualità dell’organico garantisce una salvezza tranquilla. Ma finché la barca va, facciamoci una domanda: ma Joey Saputo che ne pensa? Che idea ha di questo Bologna? Che tipo di strategia - anzi “mission”, non sia mai - ha elaborato per far fare il salto di qualità (qua ci starebbe bene un emoticon che ride) che ha promesso quando è arrivato, nel lontano 2015 (sembra il Pleistocene, a ripensarci). Perché da due anni a questa parte non ha dato segni della sua presenza concreta? Perché non parla, se non per quelle imbarazzanti “veline” con cui comunica cose da “copia&incolla”? Ok, ha delegato i suoi dirigenti al compito, ma suvvia, non sente ogni tanto il bisogno - l’urgenza - di far sapere alla sua gente (i suoi clienti) che cosa gli si agita nel cuore e nella mente? Evidentemente: no. Gli va bene così. La lontananza gli si addice, sfuma i contorni, silenzia i (pochi) mugugni, diluisce tutto e tutto riporta ad una frequenza bassa, che nemmeno si sente. Chissà se le vede poi davvero, le partite. O se invece si è stancato anche lui, nel ritrovare ogni volta un Bologna così moscio, una settimana un po’ meglio un’altra un po’ peggio. Domande che non avranno risposta, ma tant’è. Ricordiamocelo, questo 0-0 con l’Empoli. Teniamolo a mente, perché è la fotografia perfetta non tanto del momento attuale del Bologna - Italia sì, Italia no, se famo du spaghi: così cantava Elio e sembra l’inno giù calzante per questo club - ma dell’intera era di Joey Saputo. Zero a zero. Su tutti i fronti. Ogni volta è così, per restare in clima sanremese. Ma anche: sesso occasionale. Ogni tanto, senza esagerare. per divertirsi, e subito dopo per pensare: tra quanto lo farò ancora? Sarebbe davvero bello (sarebbe utile, in verità) sapere che ne pensa Saputo. Per ora accontentiamoci di dare contezza di una questione che appare sempre più in tutta la sua evidenza: quello tra Mihajlovic - scontento di come gli è stata fatta la squadra in estate, scontento del mercato di gennaio - e il Bologna è ormai un rapporto consunto, che si è adagiato alla stanchezza. Sinisa è un professionista esemplare, porterà a termine questa stagione e salverà il Bologna. Ma poi lui e il club non avranno più niente da dirsi e scopriranno che - forse - si sarebbero dovuti salutare la scorsa estate, quando l’allenatore guardava altrove e il club faceva lo stesso, ma senza convinzione. Poi - lo sappiamo - Mihajlovic e il Bologna andarono avanti insieme. Ma avanti dove? Fermi, piuttosto. In un fermo-immagine che dura da anni.

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