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Tra difficoltà e segnali positivi: l’analisi tattica di Hellas Verona-Bologna

Il Bologna torna in campo dopo la pausa Nazionali ed esce dal Bentegodi con un punto che allunga a tre la striscia positiva di risultati in questo inizio di campionato. In una partita complicata, sporca e a tratti intensa, la truppa di Thiago Motta viene prima ingabbiata per poi uscire alla distanza, specialmente sotto il piano della prestazione, ma senza creare grossi grattacapi alla difesa di casa. L’impressione è che il tecnico, come è normale che sia, debba ancora sviscerare diverse sfumature dei giocatori arrivati nel mercato estivo. Alcune scelte a gara in corso non sono state particolarmente chiare: in primis, ad esempio, la sostituzione di Karlsson ad inizio secondo tempo, in un momento in cui l’ex AZ Alkmaar sembrava essere in crescita all’interno della partita. Oppure il ritardo nel rinforzare il reparto di centrocampo, magari inserendo giocatori più di palleggio e meno di fatica, costringendo l’Hellas ad andare fuori giri con il proprio pressing quasi forsennato. Insomma, nonostante ciò il Bologna ha chiuso la partita in crescendo e, pur non avendo portato a casa il bottino pieno, ha messo in luce degli aspetti da cui ripartire in vista delle prossime partite, a cominciare dal big match col Napoli. 

LA PARTITA

Fin dalle prime battute di gioco il Verona ha sfruttato la sua solita identità fatta di grande intensità, forza fisica, pressing e marcature a uomo a tutto campo. Scenari che hanno mandato in tilt le idee offensive di un Bologna che, nonostante tutto, a tratti ha comunque saputo aprirsi dei varchi nel quale rendersi pericoloso. In particolare, una costante che si è ripetuta più volte nel primo tempo è stata la possibilità di uscire dal basso nella zona del centro-sinistra. Come vediamo nelle IMMAGINI 1 e 2, l’Hellas Verona ha portato la solita pressione intensa fin sui primi portatori di palla avversari, lasciando però crepe evidenti, come ad esempio i troppi spazi lasciati tra un reparto e l’altro. Questo ha fatto sì che il Bologna, oltre ad essere in superiorità numerica posizionale, riuscisse a trovare uno sfogo sull’asse Lucumì-Ferguson, con quest’ultimo abile a muoversi alle spalle della linea di pressing avversaria per ricevere e poi accompagnare palla alzando il baricentro della squadra. Inoltre il quinto di destra dell’Hellas non è mai stato coinvolto nella pressione, restando spesso bloccato dietro dai movimenti di Karlsson e Kristiansen e lasciando tutto lo spazio per far sfruttare questo scenario ai rossoblu.

IMMAGINE 1Lo sviluppo del Bologna che sfrutta il centro-sinistra per uscire dalla pressione avversaria
IMMAGINE 2La costante del primo tempo: pressing poco omogeneo del Verona e rossoblu che escono sul centro-sinistra

Più che per vere e proprie trame offensive organizzate da lunghe fasi di possesso posizionale, l’Hellas si è reso pericoloso soprattutto con i numerosi calci piazzati, che hanno messo in luce un Bologna un po’ troppo passivo nelle marcature in area, e la transizioni veloci. In particolare sono stati i recuperi in mezzo al campo a rivelarsi efficaci, proprio grazie ad un’intensità maggiore e ad un posizionamento preventivo sulle seconde palle più preciso e puntuale. Come vediamo nell’IMMAGINE 3, proprio da una transizione improvvisa il Verona ha provato a sorprendere i rossoblu. Il tandem offensivo Bonazzoli-Ngonge ha portato palla sulla destra mettendo in difficoltà le scelte di Beukema. A supporto da dietro sono poi arrivati altri compagni a dare sostegno e a riempire in un secondo momento l’area di rigore. Uno scenario interessante che ha creato qualche grattacapo alla squadra felsinea. 

IMMAGINE 3 Una delle transizioni veloci della squadra di Baroni per sorprendere la difesa del Bologna

Nel secondo tempo sono poi usciti i lati negativi dell’intenso gioco dei padroni di casa. Col passare dei minuti, infatti, l’aggressività e la lucidità fisica sono venuti meno, causando diverse crepe nello scacchiere tattico di Marco Baroni. Ne è conseguito che il Bologna ha imposto il suo gioco per lunghe fasi, disinnescando quasi del tutto le sortite offensive dell’Hellas. Col passare dei minuti, e come spesso accade, i rossoblu sono cresciuti parallelamente alla prestazione individuale di Zirkzee. L’attaccante olandese, infatti, quando si accende dimostra di poter determinare. Pur mancandogli ancora continuità, il classe 2001 ha nel suo repertorio colpi importanti, sia nel far salire la squadra ma soprattutto nel rifinire per i compagni negli ultimi 20-25 metri di campo. Come vediamo nell’IMMAGINE 4 una delle opportunità più ghiotte per i rossoblu è nata proprio dai piedi di Zirkzee. Dopo aver superato il difensore avversario, grazie ad un controllo orientato sontuoso, il belga ha poi inventato un assist di tacco per l’arrivo di Ndoye. Il tiro dell’ex Basilea è stato però troppo debole e di facile preda di Montipò. 

IMMAGINE 4Zirkzee inventa per Ndoye che è troppo leggero sotto porta.

Le grandi lacune fisiche di un Verona stremato e, all’opposto, di un Bologna in crescita col passare dei minuti si sono notate anche nelle battute conclusive della partita. I padroni di casa hanno infatti sbagliato più volte le uscite palla al piede, scoprendosi a pericolose ripartenze degli avversari. Come è evidente nelle IMMAGINI 5 e 6 i rossoblu hanno infatti, in più di un’occasione, recuperato palla all’altezza del centrocampo per andare poi ad attaccare in parità o superiorità numerica la difesa avversaria. Occasioni importanti per tentare di segnare il gol del vantaggio, ma in entrambe le occasioni sono stati i dettagli a fare negativamente la differenza. Un controllo impreciso o un tempo di gioco ritardato hanno infatti consentito alla retroguardia avversaria di recuperare e di risistemarsi. Situazioni nella quale Thiago Motta avrà da lavorare per aumentare l’efficacia offensiva di una formazione che, finora, ha siglato soltanto tre reti in quattro partite. Numeri non negativi, per carità, ma comunque sotto media per chi aspira ad un campionato come il nostro. 

IMMAGINE 5Il Bologna recupera palla e si invola in 3 contro 3 con la difesa dell’Hellas Verona
IMMAGINE 6La superiorità numerica posizionale del Bologna con un 4 vs 3 mal sfruttato dai rossoblu

Credit photo: Wyscout

LEGGI ANCHE: Le pagelle di Hellas Verona-Bologna: saracinesca Lucumì, Karlsson ad intermittenza

Tommaso Ferrarello

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Tommaso Ferrarello

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