Riccardo Calafiori è l’assoluta sorpresa di questo avvio di campionato del Bologna. Impiegato come difensore centrale in seguito all’infortunio di Lucumi con personalità e solidità ha dimostrato di interpretare al meglio il ruolo. Ecco le sue parole ai microfoni della Gazzetta dello Sport.
“Sì ma non è che mi dispiace fare il centrale, ruolo in cui mi sono trovato benissimo. Diciamo che la gara con San Marino mi è servita per far capire che posso giocare in entrambi i ruoli ed essere ancora più utile alla squadra”.
“Ci ho pensato, me ne sono accorto nelle chiamate che non sono arrivate negli anni passati…”.
“Vero, in Italia sono sfortunato perché di terzini sinistri ce ne sono tanti, ma in generale è più difficile trovarli. E ancora di più centrali mancini. Quindi a livello di ruolo sono messo bene, penso”.
“Vogliamo affrontare la partita mentalmente come con San Marino. Comunque non è mai facile fare tanti gol ed è quello che ci serviva, un gol in più può fare la differenza. Andiamo a Cork per vincere. Sarà una partita difficile, in casa loro, l’ambiente sarà ostile ma andiamo per i tre punti”.
“Successe al mio esordio in Primavera in Youth League con la Roma, contro il Viktoria Plzen, ormai più di cinque anni fa. Uno scontro di gioco, un fallo bruttissimo che ho subito. La mia forza è stata che ero talmente giovane da non pensare troppo e da non capire la gravità della situazione. Non ho mai pensato di arrendermi, di smettere, ma anzi non vedevo l’ora di tornare in campo. Ho fatto di tutto per tornare al massimo, con il senno di poi penso di essere tornato meglio di prima. “Tornerò più forte” è una frase fatta che dicono tutti ma io l’ho provato sulla mia pelle, e sono diventato meglio di prima”.
“Come dice il mister – e la pensiamo così anche noi – , vediamo partita per partita. È troppo presto, vediamo ad aprile-maggio dove saremo”.
“Bravissimo ragazzo, molto tranquillo. Io lo vedo tutti i giorni da vicino in allenamento ed è fortissimo, può diventare uno degli attaccanti più forti al mondo”.
“È stato difficile perché sono entrato a Trigoria quando avevo appena 9 anni, ma è stata la scelta migliore, perché io volevo e dovevo giocare di più. Non ero più nei piani della Roma e sono andato prima all’estero al Basilea e ora mi sto giocando bene le mie carte al Bologna”.
“A me è servito tantissimo. Senza quell’esperienza non sarei il giocatore e l’uomo che sono adesso, la consiglio a tutti. Se sei in difficoltà nel tuo Paese, all’estero puoi avere più possibilità”.
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