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Barrow e Orsolini bastano a questo Bologna, Skorupski ne incrina le certezze

Siamo di fronte a un nuovo calcio, forse anche a un nuovo Bologna. Il calcio al tempo del Coronavirus ci dice che non c'è più una partita, ce ne sono tante dentro la stessa. Frammenti di gioco, tentativi, intuizioni. Quando il palleggio è sotto ritmo, si va a strappi. La stanchezza è una compagna di viaggio, bisogna accettarla. E’ calcio-risiko, si occupano le zone del campo, poi si tirano i dadi. Nelle pieghe di strategie che non vedranno la luce (poveri illusi gli allenatori) emergono le qualità di chi sa giocare a pallone in maniera istintiva, né più e né meno.

Decide il gesto tecnico. Barrow più Orsolini, la vittoria di Marassi è un format nato da un'idea – non di Stefano Accorsi, come spesso accade – ma dei due attaccanti rossoblù. Nell'immediato post-gara abbiamo sentito Mihajlovic ripetere che «Barrow era moscio» e che «Orsolini l'avrei sostituito». Come no. Gli allenatori conoscono ragioni che la ragione non conosce. Orsolini si procura il rigore, segna Barrow. Barrow fa un gesto tecnico alla Ribery, segna Orsolini. Caffè e conto, grazie. Succede tutto nella mini-partita da tre minuti decisiva per battere la Sampdoria. Le caratteristiche di Musa e Orso sono perfette per questo calcio post-pandemia. Rapidità di pensiero e di piede, sfrontatezza, una buona dose di coraggio. Non è ancora molto, ma è già abbastanza. Al Bologna oggi non serve un Barrow alla Palacio (in sincronia con la squadra, che sa sempre cosa fare), basta e avanza un Barrow «moscio» come uno spaghetto scotto, che però tiri il dado e faccia uscire il 6. Crescerà, diventerà più completo, ma non ci interessa, non ora, non qui. Abbiamo bisogno di scosse elettriche, non di uno che sappia a memoria il manuale del calcio.

Un'occhiata al calendario: mancano nove partite, nelle prossime sette il Bologna affronta sei squadre che le stanno davanti (Cagliari, Inter, Parma, Napoli, Milan e Atalanta; l'unica che in classifica sta sotto è il Sassuolo), è una corsa ad ostacoli stimolante, un banco di prova per una squadra che deve decidere da che parte stare. L'Europa non è un dovere, ma è consolante pensare che resti un’ipotesi concreta il più a lungo possibile.

Considerazioni finali. La terzultima: sorpresa, Medel sembra un giocatore. Non è vecchio (ne fa 33 ad agosto), ma quello visto finora era imbolsito come un cocker da salotto, mica il Pitbull che si conosceva. Penultima considerazione: Bani non è Van Dijk, ma se piove e tira vento Bani sta a Denswil come un bungalow a un k-way, quindi tutta la vita Bani. Ultima considerazione: Bigon e Sabatini comincino a cercare un portiere.

L'uscita a vuoto di Marassi denuncia tutta la fragilità di Skorupski. Ha giocato 27 partite (su 28), ha subito 44 gol. Non tutti per colpa sua, certo. Ma abbastanza per convincerci che Skorupski non aggiunge valore al Bologna. Ne incrina le certezze, semmai. Parliamo di una squadra che nelle ultime 23 gare disputate ha sempre subito almeno un gol. I portieri-fenomeno – quelli cioè che a fine campionato con le loro parate salva-gol portano in dote 5-6 punti – non sono alla portata economica del Bologna. Ma di portieri migliori di Skorupski ce ne sono in giro parecchi. Chiudete gli occhi e cominciate a ripassare mentalmente, ve ne verranno in mente di sicuro.

Furio Zara

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Furio Zara

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