Gli episodi arbitrali non devono distogliere l'attenzione da una cattiva gestione dei momenti chiave. A Firenze non è stata la prima volta. Bologna Sport News (Photo by Gabriele Maltinti/Getty Images Via OneFootball)
Il Bologna esce dal Franchi con un punto e tanti rimpianti. Al di là degli episodi, alcuni momenti del match vanno gestiti meglio. Il commento nel nostro editoriale
Il Bologna esce dal Franchi con un punto e tanti rimpianti. Dopo una prima ora di gioco impressionante per ritmo e qualità di gioco, i rossoblù non riescono ad infliggere il colpo del ko, anche per alcune decisioni arbitrali rivedibili. Tuttavia quanto accaduto ieri sera non deve distogliere l’attenzione da una cattiva gestione dei momenti clou della partita. Ieri sera a Firenze si è reiterato un problema che ha accompagnato il Bologna anche in altre occasioni e che andrà repentinamente risolto, prima di perdere altri punti e occasioni.
Lungi da me negare la rilevanza degli episodi arbitrali contestati e di cui si è dibattuto abbastanza, ma ridurre il tutto a quest’ultimi rischia di essere controproducente. Il Bologna ha condotto per larghi tratti del match e ha sfiorato anche il colpo del ko (annullato per fuorigioco di Orsolini), tuttavia ha portato a casa solamente un punto, soprattutto per via di una gestione non impeccabile. Nonostante tutto infatti, i rossoblù hanno sprecato un doppio vantaggio e hanno addirittura rischiato di perdere in maniera rocambolesca. E questo non è dovuto solamente ad episodi arbitrali, ma ad una scarsa lucidità nelle fasi cruciali del match. L’espulsione di Holm (un fallo inutile a metacampo) testimonia in parte quanto appena annunciato.
In un clima surreale, vista anche la contestazione della Fiesole, il Bologna avrebbe dovuto approfittarne addormentando il match facendo correre il pallone e mandando fuori giri gli avversari, in palese difficoltà, anche dopo il rigore di Gudmundsson (73′). Questo però non è accaduto, i rossoblù si sono sciolti e hanno lasciato campo alla Fiorentina che anche in maniera disordinata ha trovato il pari e addirittura sfiorato la vittoria. Fortunatamente per il Bologna, Dodô ha spedito a lato da ottima posizione, evitando una beffa clamorosa.
Tuttavia la problematica persiste, perché gli ultimi venti minuti sono stati emblematici in questo senso: il Bologna si è abbassato troppo e non è più riuscito a mantenere il possesso palla con lo stesso ordine dei primi sessantacinque minuti. Ad influire sicuramente è stata l’inferiorità numerica, che però poteva essere facilmente evitata. Ecco perché ricondurre tutto agli episodi rappresenta un’analisi riduttiva di quanto accaduto, anche perché sicuramente nel corso della stagione ne accadranno degli altri (a favore e contro).
Tutto questo assume ulteriore rilevanza, in particolar modo perché non è stata la prima volta che il Bologna ha sprecato il vantaggio, andando in difficoltà nei minuti finali. A Marassi lo scorso anno contro il Genoa, gli uomini di Italiano dominarono per larghi tratti del match, salvo poi farsi riprendere dalla doppietta di Pinamonti e soffrire molto nei minuti finali.
Una situazione analoga si verificò contro la Juventus di Motta: i rossoblù andarono avanti grazie a Ndoye e Pobega, ma vennero raggiunti da Koopmeiners e Mbangula, dopo un finale in sofferenza e una cattiva gestione del possesso nei minuti finali. Mesi più tardi accadde una situazione simile contro il Milan a San Siro (3-1): i rossoblù andarono in vantaggio con Orsolini, salvo poi vanificarlo negli ultimi venti minuti, in cui i rossoneri realizzarono ben tre gol.
Lo stesso si è ripetuto anche quest’anno al Via del Mare contro il Lecce, seppur l’andamento della partita fu diverso. Gli emiliani non impressionarono per qualità di gioco, tuttavia riuscirono a trovare il vantaggio con Odgaard. Nonostante ciò, però anche in quel caso gli ultimi minuti in apnea hanno portato al pareggio in extremis di Camarda, più che meritato.
L’impressione è dunque che, al di là dei controversi episodi, sia veramente questa cattiva gestione l’ aspetto da migliorare: a questo punto verosimilmente l’unico grande scoglio rimasto per entrare definitivamente nell’élite del calcio italiano.
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