Il Corriere dello Sport-Stadio rimembra i famigerati tre chilometri finali, citati da Motta nel post-partita di Torino; in questi tre chilometri, però, vanno ritrovate le magie di Joshua Zirkzee, al quale sono chiesti gli ultimi sforzi. L’olandese è stato inglobato nella morsa del nemico nelle ultime uscite stagionali, salvo la trasferta di Roma, nella quale ha dato sfoggia della sua massima leggiadria. Con Monza, Udinese e Torino è venuto meno, sia per il tipo di avversario affrontato – chiuso e rognoso – che anche per meriti dei dirimpettai, come nel caso dell’ultima gara, nella gara a marcarlo ci ha pensato uno dei difensore più forti del nostro campionato: Alessandro Buongiorno. A Napoli – per lui e il Bologna – si prospetta una gara differente con ampi spazi in cui poter giocare e affondare, motivo per cui per certi versi può risultare più semplice mettersi in mostra, seppur per il classe 2001 non sia un problema. A prescindere dalla gabbia costruitagli attorno, lui cerca sempre di cucire con il centrocampo, giocando con e per la squadra, anche se non sempre gli riesce.
Quali sono i motivi della flessione di Joshua Zirkzee? Ha tirato avanti la carretta per l’intero campionato, accelerando il percorso anche quando fisicamente non era al 100%. Dopo il guaio muscolare subito contro l’Inter, infatti, è rientrato prima delle 3-4 settimane previste, approfittando anche della sosta a marzo per non rinunciare all’impegno con la Salernitana dopo la trasferta saltata di Empoli (la seconda delle uniche due partite saltate in campionato – l’altra fu a Cagliari).
Il periodo più difficile da quando si trova in Italia però non fu con la maglia del Bologna, bensì con quella del Parma, quando dovette immediatamente fermarsi per circa due settimane a causa di una lombalgia e concluse la stagione anzitempo con l’infortunio al collaterale. Nella passata stagione invece furono sei le gare complessive saltate: tre per un’infiammazione al tendine rotuleo sinistro e altri tre per un problema agli adduttori.
Il secondo papabile motivo di una leggera flessione dell’olandese è rintracciabile nelle tante, anzi tantissime voci, che scaldano il mercato. Basti pensare alla Serie A: oltre a Milan e Juve, anche l’Inter si è fatta avanti, con Zanetti che qualche giorno fa lo ha ammiccato con parole altisonanti. “No” secco di Marco Di Vaio, il quale ha espressamente detto che il valore di Joshua è altissimo. L’olandese ha un contratto con i rossoblù fino al 30 giugno 2026, anche se la palla tra le mani ce l’ha il Bayern Monaco, squadra con la quale esordì in Champions League nel dicembre del 2019 e che ha il diritto di recompra fissato a 40 milioni, con l’aggiunta di una percentuale sulla rivendita. Su di lui non solo la Serie A, bensì l’abbaglio della Premier League, Manchester United su tutti.
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