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Pubblico nei palasport, piuttosto che niente è meglio piuttosto

Il primo derby della stagione è andato in archivio confermando le impressioni che c'erano state su Virtus e Fortitudo in sede di mercato. La Segafredo è più profonda, ha più talento ma non può permettersi di non essere aggressiva nella propria metà campo. La Fortitudo – targata Banco di Cambiano in Supercoppa – se in serata al tiro può creare problemi a chiunque ma deve imparare a durare 40 minuti e ha un roster più ristretto a cui peraltro vanno aggiunte le assenze di Sabatini e Mancinelli (in dubbio anche per stasera). Se non altro Sacchetti ha avuto le risposte che voleva sul piano della voglia. Nulla di nuovo sotto il sole di Basket City, dunque. D'altra parte, come scritto una settimana fa, questa Supercoppa va presa con le pinze nel bene e nel male e tutte le analisi, positive e negative, vanno contestualizzate.

C'è un aspetto del Derby di venerdì su cui vale la pena soffermarsi. Gli spettatori sono stati 1207, ovviamente un numero esiguo rispetto alla capienza dell'Unipol Arena e ovviamente la visione degli spalti dava un senso di rammarico come minimo, al pari dell'assenza del tifo organizzato. Però è meglio non giocare o farlo a porte chiuse? Non credo. È una banalità ma per le casse delle società meglio 1000 spettatori che 0 (Catalano sarà contento di questa frase). Questo è consentito fare adesso e tanto vale farlo. Certo, possiamo discutere delle modalità, possiamo criticare aspetti che paiono esagerati e la mancanza di una regia governativa nazionale, possiamo essere preoccupati per il senso di incertezza per il futuro che questa situazione comporta. Ma le alternative oggi sono due: o nessuno o massimo il 25% della capienza. Prendere o lasciare e io, francamente, prendo volentieri questa percentuale.

Il basket, al pari di altri sport al chiuso, ha anche un vantaggio: che quei mille possono farsi sentire davvero. È successo al PalaDozza per Virtus-Reggio, è successo all'Unipol per il derby e mi riferisco alle esperienze personali sul campo. Sarà stato anche un derby poco importante ma fortitudini e virtussini presenti a palazzo hanno esultato, urlato, lanciato improperi. Alla faccia, peraltro, di chi diceva che questo derby non interessava a nessuno. Nessun effetto teatro, dunque. Capiterà in alcune gare di minor appeal, certo, ma non con la frequenza con cui potrà accadere in uno stadio. E poi credo fortemente che con l'arrivo del campionato e delle coppe europee quel 25% sarà occupato totalmente, vuoi per l'importanza maggiore delle gare vuoi per una minor paura di partecipare ad eventi simili. 

Insomma, tifosi del basket: portiamo pazienza e accontentiamoci, almeno per il momento.

 

Dario Ronzulli

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