La buona notizia è che il Bologna ha mantenuto intatta quella vena di sana follia che ha contraddistinto la scorsa stagione. La cattiva notizia è che il Bologna ha mantenuta intatta quella vena di sana follia che ha contraddistinto la scorsa stagione.
E no, non è un refuso.
Pazzo Bologna, capace di fare harakiri contro una Salernitana in dieci, salvo poi tornare alla vita come certi zombie che nei film horror in terza serata avanzano nelle tenebre a tentoni e travolgono tutto quello che trovano davanti. L’umiliante eliminazione in Coppa Italia contro la Ternana lasciava presagire il peggio e invece no, Bologna-Salernitana 3-2 e (sopra)vissero tutti felici e contenti.
La sana follia del Bologna è quella di una squadra che continua a prendere gol fuori catalogo, continua a commettere errori marchiani, continua a farsi del male da sola, chiude addirittura in nove eppure – alla fine della fiera – trova da qualche parte una forza inattesa e ribalta una partita che se ne stava andando per conto suo, come un pedalò abbandonato in mezzo al mare. A salire sul pedalò e a darci dentro con le pedalate è un terzino-guerriero, quel De Silvestri che si scopre goleador e vive una giornata di gloria. La sua doppietta è l’inno dei gregari, di quelli che remano mentre i divi o presunti tali prendono il sole.
Ma è ora di parlare di Arnautovic. Il gol che ha segnato è di una bellezza che stordisce. Stop spalle alla porta, il fisico che «fa ombra» all’avversario impedendogli di intervenire, la rotazione del corpo, repentina e definitiva, il pallone calciato col sinistro, secco, nell’angolo. E’ un gol da biliardino, un tiro che sembra di sentire lo «stock» dell’impatto piede pallone. E’ un gol che somiglia a certi gol di Ibra. Precisi. L’avesse fatto lui, saremmo tutti qui a decantare le lodi dell’Highlander rossonero. L’ha fatto Arnautovic, registriamo e rivediamoci alla prossima puntata. Che tigna, però. Che personalità. Detto sinceramente: non ce l’aspettavamo. Lo pensavamo più imbolsito, meno capace di stare «dentro» al gioco, invece alla prima si è fatto trovare in forma smagliante.
Buon per Mihajlovic, nella speranza di recuperare Barrow (involuto come nei tempi più cupi) e di verificare se Van Hooijdonk è adeguato alla Serie A. Note dolenti a nostro parere: Barrow, come detto, e Hickey, entrambi incerti, fuori-giri, poco intensi e poco reattivi, ma anche Bonifazi non ci ha convinto pienamente. Tutti giovani, tutti migliorabili, certo. Giudizio sospeso su Medel, la sensazione è che il pacchetto dei centrali difensivi sia ancora povero di qualità e peso specifico. E’ in arrivo il belga Theate dall’Ostenda, sicuri che basti? Sciocchi – molto sciocchi – Soriano e Schouten, i due espulsi. Sul rosso di Soriano Mihajlovic si è espresso così: «Il rigore? Siamo la prima squadra al mondo che fa fallo marcando a zona». Vero. Drammaticamente vero. Ed è un’aggravante.
Quello dei (troppi) cartellini è un fattore che penalizza la squadra ed è – a tutti gli effetti – un problema da risolvere. L’anno scorso i rossoblù hanno accumulato 100 cartellini gialli. Record poco lusinghiero della Serie A insieme al Cagliari. E poi: tre espulsioni per doppia ammonizione e quattro per rosso diretto. Nervosetti, eh?
L’Inizio di quest’anno lascia pensare che si vada- anzi si deragli – in quella direzione. Mihajlovic intervenga, prima che il rosso diventi una regola.
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