Di seguito le parole all’edizione odierna del Resto del Carlino di Stefano Chisoli, presidente dello Spezia dal 2017 al 2021, il quale ha avuto Italiano come allenatore dal 2019 al 2021.
Ottobre 2019, Italiano era arrivato in estate. Dopo sette giornate del campionato di B avevamo perso già cinque partite. Il gioco c’era, ma i risultati non arrivavano. Così dirigenti, allenatore e calciatori ci ritrovammo tutti a cena in un luogo segreto dell’entroterra. Ci guardammo negli occhi, ci motivammo a vicenda. Il club diede un segnale forte di fiducia all’allenatore. Da lì cominciò la nostra cavalcata verso la A.
Vincenzo è il profilo giusto per questa piazza. Lui è uno che dove arriva porta valore. Guardate la Fiorentina: prima del suo arrivo si era salvata alle ultime giornate, con lui è andata per tre anni in Europa. E adesso la Champions col Bologna.
Vincenzo è ambizioso, sa quello che lo aspetta e può contare su uno staff di prim’ordine. In più trova una società che con Saputo è solida e che in Sartori ha un uomo mercato tra i più bravi del nostro panorama calcistico. Vi racconto questo aneddoto. Allo Spezia giocava in prestito Pessina, che era dell’Atalanta. A noi piaceva anche Barrow l’anno prima che lo prendesse il Bologna. Così chiedemmo a Sartori se ci poteva dare in prestito anche lui. Ci disse che la cosa non si poteva fare perché Gasperini voleva tenerlo. Poi ci fece una lista di cinquanta calciatori in orbita Atalanta, con vita morte e miracoli di ognuno. ‘Guardate se c’è qualcosa che fa al caso vostro’ ci disse. Lui li aveva visti giocare tutti.
Penso ottimo. Anche perché con Vincenzo si lavora benissimo: conosce i calciatori, ma non li impone al club. E’ uno che si confronta, che ha le sue idee ma che ascolta i dirigenti.
Al primo anno alla Fiorentina i pilastri della squadra, quelli su cui puntava di più erano Odriozola, Torreira e Vlahovic e glieli hanno venduti tutti e tre. Oggi Italiano trova un Bologna economicamente forte e strutturato: sono sicuro che il club allestirà una squadra in grado di competere su tutti e tre i fronti, Champions compresa.
Riservato. Ma quando capisce che può fidarsi delle persone si apre e diventa molto socievole.
Mica solo quelli del Bologna. Oggi in A allenano anche Palladino e Gilardino, due ragazzi che giocavano da noi sotto la mia presidenza. Le fortune degli allenatori le fanno anche i dirigenti che li scelgono. Italiano allo Spezia lo portò il ds Angelozzi e quando l’anno dopo al posto di Angelozzi arrivò Meluso, Vincenzo nonostante la corte serrata del Genoa, firmò il rinnovo e in A salvò la squadra.
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