Marco De Marchi, ex difensore e capitano del Bologna, ha rilasciato un'intervista al Resto del Carlino, in cui ha parlato dei Mondiali in Qatar, di Thiago Motta, e di diversi calciatori rossoblù.

Un giudizio sui Mondiali in Qatar e sulla nazionale italiana: “Sono i grandi giocatori a fare grandi le nazionali. Basta guardare una foto dell'Italia del 2006 e passare in rassegna i convocati in azzurro di oggi. A proposito: ci tengo a fare un appunto. La maglia della Nazionale te la devi sudare, altrimenti perde di valore. Capisco gli stage allargati, ma tanti ragazzi oggi vengono convocati troppo presto e senza averne i titoli. Quando giocavo io per andare in nazionale dovevi fare tre o quattro stagioni alla grande. E non sempre bastava”.

Su Thiago Motta: “Il suo impatto mi aveva spaventato: arrivare e passare subito da una difesa a tre a una difesa a quattro forse è stata una scelta un po' esagerata. Lo dico da ex difensore: è un cambio tattico che stravolge tutto. È stato bravo l'allenatore a lavorare su questi concetti nuovi e a farli assimilare in fretta alla squadra. E sono arrivati dei risultati importanti”.

Sul prossimo mercato: “Sugli esterni di difesa qualcosa si può fare, considerato che Posch da terzino destro sta facendo bene, ma resta un difensore centrale. In quel ruolo peraltro ci sarebbe anche Kasius”.

Sul possibile prestito di Kasius: “Mi fido di Sartori, che per il curriculum che ha certe valutazioni può farle meglio di chiunque altro. Però Kasius qualcosa di buono ha fatto vedere e ha solo vent'anni. Voglio dire: Hickey e Theate che dopo una sola stagione esplodono e sono già appetiti da tutti rappresentano l'eccezione. I giovani vanno un attimo aspettati”.

Su Van Hooijdonk e Zirkzee: “Sidney aveva bisogno di giocare e fin qui all'Heerenveen in campionato ha segnato 6 gol in 14 partite. Del resto capisco le difficoltà di Zirkzee, che oggi gioca poco: essere l'alternativa di un campione come Arnautovic sarebbe dura per tutti”.

Su Arnautovic: “Arnautovic è un fenomeno: lo so perché lo seguo fin dai tempi del Twente. Oggi non sfigurerebbe nell'organico di un top club, per questo il Bologna fa bene a coccolarlo. Da solo cambia il valore della squadra, come lo cambiarono a suo tempo Baggio e Signori”.

Su Medel: “Vorrei sempre avere uno come lui in mezzo al campo. Da ex capitano dico che Medel è un leader che quando indossa la fascia la onora alla grande”.

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