Basket City ha indossato uno dei suoi vestiti migliori. È stato un Derby combattuto, molto più del previsto e molto più di quanto sembrava dopo un quarto e mezzo. La Virtus è arrivata sul +17 poi - vuoi per la fisiologica stanchezza della battaglia europea contro Badalona, vuoi per un difetto strutturale di concentrazione sui 40 minuti, vuoi per l'orgoglio della Fortitudo - la rimonta della F ci ha fatto vivere un secondo tempo equilibrato. Un equilibrio spezzato dalla maggiore profondità della Segafredo che quando ha deciso di difendere ha chiuso i conti.

Le fatiche di Eurocup senza dubbio si sono fatte sentire nelle gambe della Virtus, per quanto Djordjevic abbia allungato le rotazioni più del solito. Ma al di là di ciò, resta il dato che ancora una volta le V nere non sono state in grado di gestire un ampio vantaggio accumulato nella prima parte di gara. Se è vero che ogni partita fa storia a sé, un dato in comune tra tutte le rimonte subite c'è: il calo di concentrazione difensiva. Come scritto più volte, la Segafredo aumenta in modo esponenziale le proprie possibilità di vittoria quando difende concentrata e di squadra. Quando non lo fa, ecco che anche in attacco fa fatica perché perde il ritmo partita. Non a caso, se Belinelli è stato l'MVP per la sfuriata del primo quarto e per il cinismo nel finale, a cambiare la gara sono stati Abass e soprattutto Pajola ovvero i due che hanno dato aggressività alla difesa. E sempre non a caso sono i due con il plus/minus (ovvero il punteggio parziale nei minuti in cui un giocatore è in campo) più alto.

Senza Saunders e Withers, con Mancinelli non utilizzabile, rotazioni a 7, contro una squadra più forte e con un Aradori ectoplasmatico. In queste condizioni imputare qualcosa alla Fortitudo vista ieri sarebbe davvero puro sadismo. La Lavoropiù ha fatto tutto quello che poteva e anche qualcosa in più: ha rimontato da -17, ha saputo cavalcare la serata pazzesca di Baldasso e quella ispirata di Banks, ha messo più di un granello tra gli ingranaggi virtussini e ad un minuto dalla fine era ancora lì. Senza fiato, sulle gambe ma ancora lì. Da molte partite i tifosi Fortitudo non vedevano questo atteggiamento da parte della squadra: è naturale pensare che il derby sia stata una motivazione più che sufficiente, ma è altrettanto lecito attendersi che questo spirito venga riproposto nelle prossime partite. A cominciare dalla sfida di sabato contro Brescia che, se vinta, può creare un mischione clamoroso dal nono posto in giù. 

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