Secondo pareggio consecutivo per il Bologna che, dopo lo 0-0 di Verona, impatta con lo stesso risultato al Dall'Ara con il Napoli. Una partita vibrante, i partenopei hanno attaccato di più ma non sono riusciti ad abbattere il muro difensivo di casa.

Questa è una partita che lascia a Thiago Motta diversi aspetti su cui riflettere e altrettanti dati positivi. Un buon pari, la squadra ha sofferto il giusto e ha contenuto al meglio le offensive degli ospiti. Questo, in altri tempi, non sarebbe mai successo ed è questo ciò che l'italobrasiliano ha inculcato ai suoi ragazzi fin dal suo arrivo: la capacità di soffrire e di leggere i vari momenti della partita. E ora capiamo i suoi mal di pancia iniziali, quando giustamente pretendeva una squadra che potesse riflettere i suoi ideali di gioco, i suoi principi. Perché queste pedine sembrano limate alla perfezione per il suo scacchiere, da una difesa quadrata a un reparto avanzato che sì, potrebbe essere più dinamico e concreto, ma che sta già dimostrando di poter essere pericoloso e imprevedibile.

Ieri uno 0-0 che dunque ha confermato il buon momento di stagione per i felsinei, “graziati” anche dall'errore dal dischetto di Victor Osimhen. Tra mille virgolette, perché il tocco di mano di Riccardo Calafiori possiamo considerarlo in ogni modo possibile, tranne una giocata. Negli ultimi minuti di gara, il Bologna ha anche provato a vincerla ma va bene così; affrontavi forse il peggior Napoli degli ultimi anni, sì, ma lo ripetiamo, questa partita in passato l'avresti persa. Questi ragazzi sanno soffrire e sanno farlo nel giusto modo, senza andare in ansia e senza sprecare troppe energie. Motta, magari, come dichiarato in conferenza, deve lavorare di più sulla fase offensiva perché a volte è questione di scelte giuste o sbagliate, ma le basi sono buone e nella gara di ieri è stato confermato il grande lavoro che Thiago sta attuando sotto le due Torri. Ora testa al Monza per un'altra prova di maturità.

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