Il Bologna si è messo al sicuro. Obiettivo raggiunto. Salvezza (quasi) blindata. Vittoria tonda con la Sampdoria, vittoria meritata perché cercata, voluta, ottenuta. Il momento era critico: un’eventuale sconfitta avrebbe spinto il Bologna sullo scivolo della paura. Anche perché dietro le acque sono assai agitate e nulla è deciso. Bravo Mihajlovic: allena l’unica squadra di Serie A senza un centravanti di ruolo. Direte: e Barrow? Non lo è. Il gol segnato alla Samp è da centravanti, ma lui non è un centravanti. Si adatta, certe volte bene altre meno. Direte: e Palacio? Non lo è più da tempo, ormai. E’ un’ottima seconda punta part-time, eccelle nella sponda (vedi il gol di Barrow) e nei movimenti per aprire varchi ai compagni ma la sua incisività sottorete si è persa nelle nebbie di un tempo lontano. Non è un caso che l’ultimo gol realizzato dal Trenza – l’unico in questo campionato – risalga al 28 settembre dell’anno scorso, 2ª giornata, contro il Parma. Cinque mesi e mezzo fa. La mancanza di un centravanti – però – non fa che mettere ancora più in risalto i meriti di Mihajlovic. Che ha saputo trovare valide alternative in zona-gol, e l’ha fatto con un gioco che – nei suoi momenti migliori – sa essere avvolgente, fluido, ficcante. Soriano è arrivato a 9 gol (record personale per quanto riguarda la Serie A, a una rete dallo score complessivo: al primo anno col Villareal ne segnò 10). Tra l’altro: sono 6 gli assist, a ribadire l’importanza di quello che che al momento è nettamente il miglior giocatore della squadra rossoblù. Con la Samp la copertina se l’è presa Svanberg: un gol e due assist, una presenza costante e decisiva nella trequarti avversaria. Ma la questione più importante rimane aperta. Ed è quella che riguarda la permanenza del tecnico serbo sulla panchina rossoblù: Mihajlovic ha dimostrato di far fruttare al massimo il materiale tecnico che ha a disposizione (ripetiamo: questa è una squadra che vale dall’11° al 14° posto), ma saprà ora il Bologna alzare ancora l’asticella? Sarà cioè in grado di investire sul mercato e allinearsi con le ambizioni di Sinisa? E’ una partita da giocare. E – una volta timbrata la salvezza – è la più importante. Un sospetto ce l’abbiamo: riteniamo infatti che la distanza tra Mihajlovic e Saputo non sia colmabile. Banalmente: non sognano lo stesso sogno. Mihajlovic ambisce ad avere una squadra più competitiva per puntare all’Europa, Saputo non è più intenzionato a investire (gli è sufficiente gestire). La crisi economica a livello mondiale contribuisce a silenziare molte illusioni. Per questo immaginiamo che a fine stagione Mihajlovic sarà disposto a considerare eventuali proposte, dall’Italia e dall’estero. E’ già successo. Nessuno si stupisca se dovesse succedere ancora.
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