L’edizione odierna de Il Resto del Carlino presenta un’intervista rilasciata dall’ex difensore del Bologna Renato Villa.
Il Mitico, così era chiamato, si è espresso sul complicato inizio di stagione dei rossoblù e sugli impegni che verranno.
Tra i temi affrontati, anche l’avventura in Champions, gli obiettivi stagionali e l’impatto dei nuovi.
Prima di preoccuparmi voglio vedere all’opera i nuovi acquisti, cosa che fin qui per mille motivi non è successa. Lì si vedrà il valore di questo Bologna e del suo allenatore, a cui un po’ di tempo per assemblare il gruppo va dato.
Non vedo l’ora di godermi lo spettacolo al Dall’Ara. Dovrei preoccuparmi di quello che ci potrà capitare in Champions perché l’inizio di campionato ha fatto vedere che questa squadra è ancora un po’ indietro? No, non mi preoccupo, perché so che il nostro obiettivo non è la Champions, bensì il campionato. Quindi, Shakhtar o Liverpool che sia, sono dell’idea che quello che viene viene: deve essere già motivo di orgoglio partecipare a questa competizione.
Penso che se a Casteldebole avessero voluto fare una squadra per la Champions avrebbero cambiato undici titolari. Invece hanno costruito una squadra che possa arrivare tra le prime sei-sette in campionato.
Io oggi non so quello che vale questa squadra e non so se Roma, Lazio e Napoli anche quest’anno ci arriveranno dietro: questo per dire che arrivare tra le prime sei-sette in serie A è sempre molto difficile.
Li hai sostituiti con calciatori che, a parte Dallinga, non hai pagato più di 10 milioni. Ma qui mi viene da fare una riflessione: quanto è stato un anno fa Calafiori? Quattro milioni. E Ferguson, quando arrivò due anni fa, quanto è costato di cartellino? Più o meno la stessa cifra. E vogliamo parlare di cos’era Zirkzee all’inizio della scorsa stagione? Sembrava un pesce fuor d’acqua e invece poi è esploso.
Se per due anni ci siamo fidati di Sartori non vedo perché dovremmo mettere in discussione questa fiducia adesso: aspettiamo di vedere tutti i nuovi sul campo e poi giudicheremo.
Se l’Inter in estate dopo aver vinto lo scudetto avesse cambiato l’allenatore pensate che sarebbe stato facile il lavoro di chi avrebbe dovuto sostituirlo? La situazione in cui si trova oggi Italiano non è molto diversa da quella. Semmai da ex difensore mi permetto di fargli un appunto: se tieni la difesa così alta devi avere tra i tuoi centrali uno rapido nelle letture e negli scatti come Calafiori. Ma se non hai un Calafiori, un Franco Baresi o un Renato Villa allora è meglio abbassare un po’ la linea: chessò, invece che a metacampo a trequarti di campo.
Per Dallinga vale il discorso che ho fatto prima: prima di giudicarlo voglio vederlo in campo per qualche partita. Castro lo conosciamo già meglio e abbiamo visto che là davanti ha tanta determinazione ma è leggero. Avrebbe bisogno di uno che gli giocasse vicino, di un attaccante di peso che gli desse una mano: ma non so se è un’idea applicabile nel modulo di Italiano. E comunque prima di bocciare Castro ricordiamoci cos’era Zirkzee un anno fa e cosa poi è diventato.
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