Dalla sede CRIF di Bologna arrivano le prime parole del grande colpo dell’estate Virtus: Will Clyburn. L’americano si è presentato ai suoi nuovi tifosi ed ha risposto alle numerose domande dei giornalisti presenti. Per lui, 34 anni compiuti a maggio, questa rappresenta la sesta esperienza in Europa, dopo aver indossato le maglie di Basketball Ulma, Hapoel Holon, Darussafaka, CSKA Mosca, Anadolu Efes.
Sono emozionato di essere qui, dal primo momento in cui ho ricevuto la chiamata.Voglio portare la Virtus su un altro livello. La mia famiglia ama la città , è più piccola rispetto ad altre cui eravamo abituati. Ante, Toko, Danny (Hackett, nda) e Achille li conosco già , quando mi ha chiamato Shengelia ci ha messo poco a convincermi, è stata una decisione rapida.
L’anno scorso coach Banchi ha fatto un gradissimo lavoro nell’assemblare il gruppo l’anno scorso. Io e Hackett abbiamo vinto un’Eurolega insieme, con Toko ho trascorso diversi anni e ci frequentiamo anche con le famiglie fuori dal campo, Belinelli sappiamo tutti cosa può dare. Se posso essere un atleta con esperienza e poter aiutare qualche mio compagno che non ha mai visto l’Eurolega, sarò felicissimo di poterlo fare.
Durante il ritiro è fondamentale cercare di diventare una famiglia il prima possibile, conoscersi e lavorare insieme per capire cosa poter portare come singoli a un obiettivo comune. Il livello di Eurolega sale ogni anno, se penso che con l’Efes non ci siamo qualificati con Micic e Larkin dopo averne vinte due di fila…
Ci saranno alti e bassi durante l’anno, specialmente nei primi anni di Eurolega. Bisogna abituarsi a viaggiare tanto, giocare tanto, adattare la propria fisicalità al gioco. L’importante è ascoltare i consigli dello staff e dei veterani, tenere la testa alta qualsiasi sia il risultato sul parquet. Sono stato fortunato ad avere David Blatt nel mio anno al Darussafaka, è fondamentale avere un supporto del genere per imparare dagli errori che si fanno.
La prima chiamata che ho avuto con coach Banchi è stata fantastica, volevo farmi conoscere il prima possibile e lui aveva già una chiarissima idea di come utilizzarmi. Quando hai tanti volti nuovi a inizio stagione devi essere in grado di adattarti a tante situazioni, e lo staff è preparato per dare a ciascuno l’ambiente migliore in cui lavorare. Ricordo quando giocavo da avversario a Bologna il tifo era fantastico, a livello di responsabilità sarà uno stimolo ulteriore: non sono qui per essere una superstar come Michael Jordan ma per aiutare la squadra a crescere”.
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