Nella sua intervista a Tuttosport, Viktorija Mihajlovic, figlia di Sinisa e di recente autrice del libro "Sinisa, mio padre", ha parlato dei lati umani del tecnico del Bologna, dei momenti della malattia e del suo rapporto con lo sport e il calcio: "Ho scritto il libro con la voglia di far uscire un altro lato di mio padre. Lui è stato conosciuto sempre come il "sergente", come l'uomo tutto di un pezzo, l'uomo forte, con un carattere anche duro, per alcuni anche antipatico, freddo, sulle sue. Io invece volevo fare emergere un altro suo lato, quello che ospita la generosità, l'affettuosità e la bontà: che in realtà son le sue doti principali. Sentivo la voglia di far sapere a tutti chi è Sinisa Mihajlovic. Da alcuni sono vista come un idolo, ma io con questo racconto ho voluto far capire che sono una ragazza normalissima che vive i problemi di tutti: dal litigare con i genitori a quelli a scuola. Prima di scrivere mi spaventava mettermi a nudo e raccontare le mie emozioni scrivendo. L'ho fatto durante tutta la malattia, per cui è stato difficile ma anche terapeutico perchè mi ha permesso di tirare fuori tutto. Sono diventata grande quando abbiamo ricevuto la notizia della malattia di papà. Ho sempre vissuto in una bellissima famiglia dove non mi è mai mancata nulla e non c'era mai stata la necessità di tirare fuori il carattere fino in fondo. Sono sempre stata tutelata. Ho sempre avuto la testa sulle spalle ma niente mi aveva messo alla prova. Ero una ragazza di 20 anni che faceva le sue cavolate, studiava e andava in giro con le amiche. La mia grande responsabilità è arrivata di colpo quando, saputo della notizia di papà, mamma è partita subito con mia sorella mentre io sono rimasto in Sardegna dove eravamo con i miei tre fratelli e sono dovuta di diventare un po' la mamma. Ho dovuto fare mamma Arianna. Il calcio? Non sono una sportivona. Sono abbastanza pigra, non ho il sangue di mio papà in questo. Ho provato danza, ginnastica artistica, ho esagerato al massimo col tennis. Il calcio lo seguo quando vado allo stadio per papà ma i miei fratelli non vogliono che mi sieda vicino a loro. Dicono che non capisco nulla di calcio, chiedo loro anche le cose basilari, se la squadra ha fatto gol. Spero che il calcio possa riprendere: lo spero tantissimo per papà che non vede l'ora. Mio padre è cambiato tanto. Gli auguro di emozionarsi tutti i giorni e riuscire a tirare fuori ciò che ha dentro. Fa bene!".
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