Dopo la sofferta vittoria contro Nardò, la Fortitudo Bologna si prepara ad ospitare, nell’attesissimo incontro del 23 dicembre al PalaDozza, la Pallacanestro Trieste, terza forza del girone Rosso e distante solo 2 punti dai biancoblù, ma con una partita da recuperare. Prima di tornare in campo però, c’è stato spazio per l’evento organizzato dalla società al Fortitudo Store di via Riva Reno, dove tifosi ed appassionati hanno avuto modo di incontrare i propri beniamini, tra vari selfie ed autografi. Da qui ha parlato Pietro Aradori, di cui proponiamo di seguito le dichiarazioni raccolte da Il Resto del Carlino.
Stiamo facendo un grande campionato, io personalmente non so se sia il migliore da quando sono qui perché ne ho disputati altri buoni, ma è un gioco di squadra e i risultati avvalorano quanto fa il singolo. Ad agosto nessuno pensava che saremmo stati in questa posizione di classifica, ma siamo in ballo e vogliamo ballare.
Non tutte le partite sono uguali, anche se contro di noi al PalaDozza tutti tirano fuori il meglio. Ogni squadra contro cui giochiamo è un trabocchetto, Trieste è una di quelle che in estate si è esposta di più, all’andata abbiamo fatto un’ottima partita contro una squadra in difficoltà, ma ora è migliorata
Siamo partiti forte, l’attuale posizione ci siamo meritati sul campo. Vediamo quel che succede, ci sono squadre che hanno dichiarato di voler salire, noi siamo lì e vogliamo sempre competere con i migliori
Anche in altre stagioni c’erano belle situazioni e buoni spogliatoi, ma questo non basta per vincere. Sul campo siamo affiatati, è innegabile che il coach sfrutti molto il quintetto, ma chi entra cerca di farsi trovare pronto. In allenamento nessuno si tira indietro, ognuno conosce il proprio ruolo e questo ti porta a vincere. Non solo quelle che vinci di 20 ma anche quelle su campi difficili o quando magari qualcuno è sottotono. Ci alleniamo forte perché vogliamo vincere e vogliamo continuare a farlo
Fisicamente mi sento meglio rispetto a 4-5 anni fa. L’allenamento fatto nella giusta maniera fa la differenza, senza strafare ma mantenendo l’equilibrio e cercare sempre di migliorare. Poi serve la passione, e quella non manca, assieme al fisico e alla testa
Certo, mi ha dato tante responsabilità. Mi conosce da quando giovanissimo all’Armani mi volle tenere in organico. Sposo in pieno il suo modo di giocare e stare in campo
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