Il Bologna continua a sognare in grande in seguito alla vittoria all’ultimo respiro sull’Empoli di Nicola. Quest’oggi ha parlato ai microfoni del Corriere di Bologna Fabio Bazzani, analizzando il momento che stanno attraversando i felsinei. Ecco le sue parole.
Quando le squadre che vincono gli scudetti vincono queste partite, si dice che è la classica vittoria da grandi: ottenuta con carattere, da una squadra che non molla mai e che ci crede sempre. Il Bologna si va a cercare i successi fino all’ultimo secondo, poi ci sono annate in cui le cose non ti riescono e altre in cui ti riescono, ma se hanno una possibilità i rossoblù vogliono andare sempre a prendersela. E lo hanno fatto anche a Empoli.
Specialmente dopo l’errore di Orsolini i brutti pensieri potevano arrivare: dopo un gol sbagliato del genere nel finale, pensi che non sia serata. Invece fino all’ultimo ci hanno creduto e provato: il segnale lo ha dato Calafiori, quando fa quel recupero e va di prepotenza a calciare dal limite, innescando poi il gol. È la forza di una squadra che ormai ha la mentalità per provare ad andarsi a prendere qualsiasi cosa ed è stata giustamente premiata: può sembrare che il vento sia sempre a favore del Bologna, ma accade perché i rossoblù sono bravi ad andarselo a cercare.
È un bivio della serata: se Marin la mette a scavalcare Calafiori anziché strisciata sono guai, anche se Cerri non è il giocatore più indicato per fare 40 metri. Sarebbe stato uno contro uno con Skorupski, invece Calafiori salva e non si accontenta di aver scampato il pericolo: è propositivo e va a calciare con convinzione, sulla respinta non perfetta di Caprile ci sono solo giocatori del Bologna. Questo è indicativo: c’erano Saelemaekers, Castro, Orsolini, Fabbian, praticamente il Bologna ha attaccato l’area con più ferocia di quanta non ne abbia usata l’Empoli per difendersi, pur con l’alibi dell’uomo in meno.
È pazzesco perché riesce sempre a leggere prima gli spazi e la traiettoria della palla, si va a creare tante occasioni ed è bravo a trasformarle. Posso testimoniare che i gol sono tutti da fare, anche quelli che sembrano facili: lo abbiamo visto con Saelemaekers e Orsolini. In pieno recupero l’ha messa dentro mostrando nuovamente le qualità che aveva già evidenziato in B: è un invasore d’area più che un palleggiatore e così si spiega la scelta iniziale di Urbanski, in una gara che Motta ipotizzava con il 70% di possesso palla. Fabbian è letale quando le partite si allungano e si spaccano: ha tempi di inserimento e struttura, come si è visto in quel gran colpo di testa del 2-2 contro il Sassuolo.
Tantissimo: oltre a dare grande slancio al Bologna è una vittoria che indebolisce un po’ le dirette concorrenti che erano davanti alla tv. Quando c’è un minicampionato per lo stesso obiettivo ci sono momenti della stagione che pesano più di altri: può essere pesante per le concorrenti, perché dopo il k.o. con l’Inter avevano assaporato il passo falso del Bologna ad Empoli. Visto in tv, un gol al 94’ per chi deve inseguire e guadagnare punti fa malissimo: lo posso paragonare al gol di Tonali in Lazio-Milan, quando i rossoneri si giocavano lo scudetto con l’Inter. Per chi è in lotta con te e insegue, è una botta forte.
La capacità di essere sempre un’escalation: anche dopo i primi tempi difficili, l’accelerata arriva sempre. Non esce mai dalla partita, sai che prima o poi il Bologna arriva: sa leggere i momenti delle gare e diventarne protagonista alzando i giri del motore. Sembra una squadra in missione.
Nella condizione in cui è ora il Bologna non incide. Anzi: hai una classifica importante e hai una tale serenità che accetti le situazioni che si creano prendendole nel modo giusto. A maggior ragione dopo Empoli: dopo uno 0-0 con tanti gol sbagliati ci avresti rimuginato sopra, così la vivi da pascià. Tanti vanno in nazionale a togliersi soddisfazioni in un ambiente diverso, giocherai di lunedì contro un avversario non insormontabile e anche gustarti un po’ l’onda male non fa.
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