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Fortitudo Bologna, Collina: “Una Effe così fa sognare; Tedeschi la persona perfetta al comando”

Se cercate su Wikipedia il nome di Pierluigi Collina il risultato sarà “è un ex arbitro di calcio, universalmente riconosciuto come uno dei migliori della storia, ed oggi presidente della commissione arbitrale FIFA”. Sicuramente una descrizione accurata, semplice, che racconta chi è e chi è stato Pierluigi Collina; ma se doveste chiedere a lui vi aggiungerà anche un altro dettaglio: un grande tifoso della Fortitudo Bologna. Nativo del capolouogo emiliano, l’ex miglior arbitro del mondo è stato da sempre appassionato di pallacanestro e innamorato della sua Fortitudo. Oggi a Doha per seguire la Coppa d’Asia, ha rilasciato un’intervista al Resto del Carlino in cui analizza la stagione della Effe, i suoi obiettivi e ringrazia chi ha permesso a questa società di continuare a sognare. Ecco le sue parole.

Pierluigi Collina (ph. Image Sport)

Il ringraziamento a Stefano Tedeschi

Per prima cosa dobbiamo ringraziare chi ha dato un presente e un futuro a questa società, ovverosia a Stefano Tedeschi, il presidente. Ha creato un gruppo di persone eccezionali, dando stabilità alla società e assicurando tranquillità alla squadra. Conosco Stefano da 45 anni. Tutti sanno che è un tifoso Fortitudo da sempre. Ora è la persona perfetta al comando, perché garantisce equilibrio. E poi ci sono altre persone… Chi più tifoso tra me e Tedeschi? In questo momento Stefano, sicuramente. Ha un doppio ruolo. Quello del tifoso e quello del presidente. E ha scelto le persone giuste, come ad esempio Alibegovic. Teo ha una peculiarità, credo sia l’unico al mondo a essere entrato con decisione nella storia di una società con una sola partita, quella di Reggio Emilia, nel 1992. Poi ha fatto altre cose buone per la Fortitudo. Ma Reggio resta nella storia.

Il pensiero su coach Caja

All’inizio non mi stava simpatico. Alla guida di Varese o Reggio Emilia, per pensare alle sue ultime esperienze, era un rivale, forse poco simpatico. Ma con quelle caratteristiche che adesso, per lo stesso motivo, lo rendono così amato. Non guarda in faccia a nessuno. Ha dato un’identità precisa alla Fortitudo.

Sul secondo posto nel girone

Se mi avessero detto, ad agosto, che il bilancio dell’Aquila sarebbe stato di 17 vittorie e 5 sconfitte, al termine della fase regolare, non ci avrei creduto.

Sempre con la Effe anche a distanza

Non sono ancora riuscito a venire al PalaDozza, ma con Lnp Pass non perdo una gara. Quando la Fortitudo era a Forlì ero a Gedda, in Arabia. Credo che le mie urla sul principio di fare fallo su Valentini, per evitare il tiro da tre, le abbiano sentite tutti in albergo. L’unica partita nella quale abbiamo subito veramente, è stata quella con Verona, all’andata. E poi Udine, senza Aradori e con un’avversaria che faceva sempre canestro da tre.

Sul mercato

Non ho voce in capitolo e non sarebbe nemmeno giusto. Non conosco il budget. Siamo un po’ corti, ma ho la massima fiducia in questa società e in chi la guida.

Su un ruolo da Fortitudo ambassador

Credo ce ne siano altri degni di un ruolo del genere. Ma se me lo chiedessero, sarei molto orgoglioso. Ci sono poche persone che girano come il sottoscritto.

Sull’obiettivo promozione

Caja sta facendo il massimo. L’unica squadra che ci ha messo in difficoltà è stata Verona. Poi dall’altra parte osservo Trapani e mi sembra che sia stata costruita con uno spirito diverso. Ma la Fortitudo c’è.

Il gruppo squadra, Ogden e Freeman

Chi mi piace? Non farei un nome solo. Perché c’è un bel gruppo. Anche chi lo scorso anno sembrava in difficoltà è cresciuto. C’è un bel clima, lo si avverte. E una bella coppia di stranieri. Per impatto, anche se con caratteristiche diverse, mi ricordano Starks e Jordan. Freeman è sicuramente più dinamico di Starks. Ma sotto è una sicurezza. Jordan era più tiratore di Odgen. Ma come filosofia gli stranieri di oggi mi ricordano quei due. Ma torniamo indietro negli anni.

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