Quanto sarà fondamentale la partita contro lo Spezia?
“Abbastanza. Partita importante per una squadra che ha fatto pochissimo negli ultimi incontri. Il Bologna deve vincere per tirarsi fuori dalla zona rossa della classifica. Sarebbe paradossale per una squadra che è più forte di quelle che gli stanno sotto, lottare fino alla fine per non retrocedere. Lo Spezia invece è in quella parte della classifica e sà che dovrà combattere fino alla fine per salvarsi, ma forse, incontrare questo Bologna può essere l’occasione per approfittarne e fare il colpaccio. Ognuno avrà le proprie ragioni per vincere e ora i punti cominciano ad essere molto pensanti”.

Cosa non sta funzionando più nel Bologna? È davvero così fondamentale cambiare modulo?
“Potrebbe essere utile per provare a scuotere la squadra e renderla più propositiva, spronarla a fare un ulteriore sforzo, magari con un attaccante in più. I giocatori sembrano non credere in quello che fanno, sono passivi e rassegnati, ed invece quando si va in campo bisogna avere voglia di fare. Il Bologna sembra non divertirsi più e per questo deve ritrovare il giusto fattore mentale e fisico, che lo riporterebbe sulla giusta strada”.

C’è qualcosa di positivo che si può trarre dalla partita contro la Lazio?
“Pochissimo, se non il secondo tempo, dove il Bologna ha provato a mettere in pratica questo 3-4-3 fino al terzo gol che ha chiuso la partita. L’occasione di Arnautovic ha messo in risalto una squadra sicuramente più propositiva. Magari questo potrà essere uno spunto per fare meglio contro Spezia e Salernitana. Per il resto però i rossoblù peccano nell’atteggiamento. Un esempio è il rigore inesistente fischiato contro, occasione in cui la squadra non reagisce e non si ribella nei confronti dell’arbitro. Non costruisce più nulla per tutto il primo tempo: preoccupa vedere un gruppo calcisticamente morto”.

Che impressione ti ha fatto l’impatto con la serie A di Kasius e la gestione di Dijks?
“Kasius ha l’incoscienza del ragazzo giovane che vuole fare qualcosa. Ha avuto un impatto promettente nelle sue prime due partite. Theate all’andata contro la Lazio fece una gran partita e speriamo che Kasius segua le sue orme. Dijks e la sua gestione sono abbastanza discutibili. È stato fuori tantissimo e da dopo le parole di Mihajlovic nel post partita contro il Verona, si ritrova a giocare titolare a Roma contro la Lazio. Se l’allenatore dice che deve andare via, non lo fa giocare. A questo punto avrebbe avuto più senso mettere Mbaye che, pur non da protagonista, veniva dalla vittoria in Coppa d’Africa con il Senegal”.

La squadra rischia di essere coinvolta nella lotta per la salvezza?
“Le prossime due partite ci faranno capire che campionato farà il Bologna. Contro Spezia e Salernitana servirebbero almeno quattro punti e allora forse ti saresti salvato. Se invece dovessero arrivarne due si metterebbe male e vivresti un finale di campionato in affanno. E pensare che alla fine della partita contro la Roma, per questa squadra si parlava d’Europa, mentre ora di salvezza. Questo è il calcio, ormai non mi sorprende più”.

Dovesse andare male, Sinisa verrebbe esonerato?
“Altri allenatori anche per molto meno sono stati esonerati. Sinisa ha un buon passato alle spalle qui a Bologna e un contratto importante. Se non arrivassero risultati e le cose non si dovessero mettere bene, allora il suo tempo sarebbe scaduto. Nel calcio purtroppo funziona così con gli allenatori. Quest’anno gli hanno preso i giocatori che voleva, non si può lamentare. I senatori sono stati messi alla porta perché così lui ha deciso, se poi i risultati sono questi, non mi meraviglierei se venisse esonerato”.

Le squadre che stanno sotto al Bologna pensi si siano rinforzate?
“La Salernitana ha fatto una rivoluzione totale e ha provato a ricreare uno scenario sperando nel miracolo. La loro situazione è difficile, ma non era impossibile rinforzare la rosa, visto che inizialmente la squadra non era all’altezza della serie A. La Sampdoria ha preso Sensi e il Cagliari non ha fatto un brutto mercato, mentre i tifosi del Bologna si aspettavano qualcosa di più, visto il Covid e l’infortunio di Dominguez. Ora bisognerà stare attenti e le partite cominciano ad avere un certo peso specifico sul futuro del campionato. L’importante è stare sempre sul pezzo, proprio perché le altre squadre cominciano a fare punti”.

Come giudichi la faccenda legata agli striscioni fuori Casteldebole?
“Un’anomalia. Striscioni in contrapposizione fra tifosi, quando poi nel calcio se si contesta, in linea di massima la tifoseria ha un’unica idea condivisa. Non ho mai trovato uno scenario simile. A Bologna siamo riusciti a vedere anche questo. Una situazione davvero ambigua. Il mondo cambia e anche a livello calcistico. In questo caso, viviamo piccoli gruppi dove ognuno pensa la sua, vige la democrazia anche fra supporters”.

Cosa ti ha spinto a stanziarti proprio a Bologna e a fondare un marchio a tinte rossoblù?
“Bologna è la mia vita. L’idea di rimanere in città è nata da subito, da quando avevo undici anni e ho firmato il mio primo contratto con il Bologna. Ho sposato una bolognese e mia figlia è nata qui. Non ho voluto fare l’allenatore o il direttore sportivo, ma siccome devi inventarti qualcosa dopo l’attività agonistica, mi piace contribuire alla causa mettendo la mia immagine sui colori rossoblù, magari andando in tv a commentare le partite del Bologna. Ho aperto un’attività, con il negozio che mi fa passare il tempo. Tuttavia, questa idea era già avviata dal mio socio, che ora purtroppo non c’è più. Gli sto dando una grande mano”.

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