Il Bologna ha conquistato tre punti con una sonante vittoria contro il Pisa: le certezze emerse ma anche i calciatori da cui aspettarsi di più
Toc, toc, chi si rivede. Il gioco di Italiano.
E buon compleanno sia per il nostro blasonato Bologna F.C. 1909. Centosedici anni festeggiati alla grande con una vittoria “certosina” contro la matricola Pisa. In altre parole, una vittoria frutto della pazienza.
Vero è che lo spessore dell’avversario – ultimo della classe – è quello che è, ma è altrettanto vero che la band di Vincenzo Italiano arrivava all’appuntamento del “Dall’Ara” dopo due prestazioni giocate sottotono, con Lecce e Friburgo. Ergo, il Bologna doveva ritrovare gioco e continuità con quanto proposto nella passata stagione.
Quindi, al di là dello spessore dell’avversario (a proposito mai dare per scontato un risultato) la squadra felsinea contro il Pisa giocava contro sé stessa e il risultato finale – rotondetto e non rotondone poiché un certo Rowe si mangia tre golletti belli e buoni – premia un po’ tutti: giocatori, società, staff e allenatore, al netto di una tifoseria alle prese con il mal di pancia.
Già il mal di pancia. Che gioco forza rischia anche di condizionare tutto l’ambiente su cui ruota la squadra. Succede con una tifoseria pronta a dividersi sul futuro di questa squadra. Chi è saldo sul carro e chi scende appena sente odore di bruciato. La solita tiritera, fisiologica, se vogliamo.
Da Thiago Motta ad Italiano
Sorrido solo al pensiero che tutto questo possa ancora accadere e creare i presupposti per l’aumento dei fatturati delle farmacie per l’antiacido di turno. Analogamente è successa la stessa cosa all’inizio della corsa stagione. Ricorderete i due club contrapposti?
Quello pro Thiago Motta e quello pro Italiano, reo quest’ultimo, di essere arrivato da via della Viola a via dello Sport senza aver vinto un bel fico secco. Per cui arrivare a giocare tre finali e non aver raccolto una mazza di trofeo era un sacrilegio per chi mastica calcio al bar del pallone.
Se si va in finale bisogna vincerla, altrimenti vali meno di zero. Ma non è così. Nello sport si vince e si perde. Idem nel calcio. E chi arriva secondo tanto di cappello. Nella scorsa stagione Mister Vincenzo si è ‘ovattato’ e andato avanti per la propria strada, lavorando a testa bassa insieme a staff e società.
Il sogno Champions League e la Coppa Italia vinta
Campioni che vanno, giocatori che arrivano. Eppoi i brividi in Champions League, il campionato e la coppa Italia, con finale vinta a Roma contro il Milan di mister sigaro Conceicao. Morale: il Bologna torna a vincere un trofeo che mancava alla città da una vita.

Il Sindaco è Lollo, così deciso all’unanimità dalla tifoseria, ma il “l’ignudo” Nettuno è tal Vincenzo da Ribera. Fino a prova contraria. Cosa voglio dire? Che il calcio dà e toglie. Oggi sei un re, domani neanche un maestro di palazzo. Chiedetelo a Corioni e Guidolin. Idoli prima, ciabatte poi. E in questo inizio di stagione abbiamo rivissuto lo stesso clima dello scorso anno.
Ecco allora che la vittoria contro il Pisa, per nulla banale, e sottolineo non banale, rimette apposto le cosucce, anche la classifica – settimo posto alle spalle di chi corre di più – che oggi premia lo sforzo di questi ragazzi, orfani, sulla carta di tali Ndoye, Beukema e Aebischer. Sì, anche Aebischer.
Ma nello sport come nella vita mai guardarsi indietro. Si fanno scelte e si guarda avanti. Tornando a noi rossobluiani, chi oggi indossa questa blasonata casacca dai contorni storici svizzeri, ha solo bisogno di entrare in una nuova dimensione e attendere la benedizione di quel santo lassù che ammira lo stadio bolognese: San Luca.
Heggem, Vitik, Rowe, Immobile, Sulemana, Zortea, Bernardeschi, sono il nuovo che avanza e dovranno entrare in sintonia con i compagni e nei meccanismi di una nuova stagione. C’è chi farà bene e chi male. Fa parte del gioco.
Cambiaghi ed Orsolini le stelle rossoblu
Il match contro il Pisa ci ha regalato più di una certezza. Cambiaghi 1 gol e 1 assist, un calcio di punizione decisivo conquistato oltre l’espulsione del diretto avversario, un tiro in porta neutralizzato. Orsolini un gol, un palo e tanto altro. Il primo risulta essere il migliore in assoluto di questo primo scorcio di campionato, invece, Orsonaldo, alterna momenti di gloria ad altri da chierichetto, ma poi si fa trovare pronto all’appuntamento con il gol.

E questo fa la differenza: per lui 4 reti in campionato ed 1 in Europa League. Leader assoluto e sorrisi da vendere. Poi, le certezze, da Lucumi a Freuler passando tuttavia dai soldatini Moro, Zortea e Miranda che portano a casa prestazioni decorose.
Eppoi le note positive anche dagli “evanescenti” a cominciare da Berna Bernardeschi che pare aver ritrovato la luce. Il ragazzo toscano ritrova le giocate, quelle che noi tutti ci aspettiamo, mentre Rowe si diverte a giocare con il pallottoliere: lo fa suo e sposta le sferette come pochi. L’ho già scritto.
Rowe ha fame di far vedere cose, ma non deve scambiare il manto erboso con una tavola bandita. Bella la chicca di tacco, mi ha fatto balzare sulla sedia, ma poi? Senza dimenticare Dominguez, ampiamente reattivo pur giocando in una zona di campo non proprio ideale per le sue caratteristiche.
Bologna, il bilancio delle prime otto
Chiudo con il bilancio di queste prime otto partite, sei in campionato, due in coppa. Il trend dei rossoblu in campionato è presto detto, sconfitte di misura (a Roma e Milano sponda rossonera), vittorie con Como e Genoa e pareggio “beffa” a Lecce, almeno sul piano temporale, non certamente per i meriti dei giallorossi ampiamente superiori a quelli dei rossoblu.
10 punti, frutto di 3 vittorie, 1 pareggio, 2 sconfitte, 9 gol realizzati, 5 subiti. In Europa League “recrimino” per la sconfitta a Birmingham (1-0 per l’Aston Villa), mi felicito invece per il pareggio interno con il Friburgo, dove i rossoblu hanno forse esibito la peggiore partita di questa stagione in considerazione che fra le mura amiche in media facciamo meglio.
Se compariamo i numeri con la scorsa stagione (in campionato 5 pareggi, in casa Udinese, Empoli, Atalanta e Parma, fuori a Como; la sconfitta a Napoli e la vittoria a Monza, 7 gol realizzati, 9 subiti; in mezzo l’esperienza in Champions League, in casa 0-0 con Shakhtar Donetsk e sconfitta esterna 2-0 a Liverpool), ecco che questo Bologna è superiore a quello dello scorso anno, almeno nei numeri. Ripartiamo da questo aspetto, con “pazienza certosina”.