Il pareggio del Bologna a Firenze è alimentato da polemiche e dubbi per l’arbitraggio. I rossoblu possono però sorridere per un dato
Dopo le vittorie a Cagliari e a Bucarest il Bologna rallenta la cosiddetta marcia trionfale contro la Viola di Stefano Pioli. Alla vigilia del derby dell’Appennino eravamo consapevoli che la trasferta in terra toscana non sarebbe stata una semplice scampagnata fuori porta, alla luce della classifica precaria in cui si trova la formazione toscana (oggi terzultima con quattro punti).
La necessità impellente della Fiorentina di portare a casa gioco e punti era evidente per invertire la tendenza, intravista peraltro nel recente risultato in Conference League (3-0 in casa dello Sportklub Rapid Vienna). Ma si sa, non sempre i risultati in coppa sono in armonia con quelli del campionato. Infatti, la Fiorentina vista con il Bologna, pur strappando il pareggio, ha evidenziato non poche lacune in tutti i reparti.
Bologna, trend positivo ed attacco prolifico
Al contrario i rossoblu di Vincenzo Italiano (assente per malattia, in panchina il vice Niccolini) hanno dimostrato di essere una formazione quadrata e protagonista di questa prima parte di campionato. Certo, i rossoblu non sono perfetti come non lo sono le altre realtà al vertice, infatti, nessuna sta ammazzando il campionato. Il Bologna è ad un punto dalla zona Champions League e a quattro dalla capolista Napoli.

Il trend del Bologna continua quindi ad essere positivo. Dopo la sconfitta al “Meazza” con il Milan, i rossoblu sono al quinto risultato utile consecutivo, 3 vittorie e 2 pareggi, 10 gol realizzati e 5 subiti, ma solo con il Pisa non ha subito alcuna rete contro una formazione in inferiorità numerica per 55’.
Dieci gol, un numero sostanzioso che rispecchia il lavoro fatto in sede di mercato, volto a creare un reparto offensivo di primo livello, con Castro, Cambiaghi, Bernardeschi, Dallinga, Dominguez, Immobile, Orsolini, Rowe, al netto di infortuni e inserimenti graduali nei meccanismi della squadra.
A Firenze episodi discutibili: il VAR “peggiora” gli arbitri
Torniamo al derby in quanto mai come in questa occasione gli episodi hanno fatto discutere. L’arbitro – mio discutibile parere – è una componente del gioco e come tale è soggetta ad errori come lo sono i giocatori. Ne più, né meno. “Errare è umano”.
Ciò detto, dalla stagione 2017-18 si è introdotto il VAR (Video Assistant Referee) per evitare agli arbitri errori evidenti e condizionanti del risultato finale. In altre parole dove non arriva l’occhio umano deve o dovrebbe arrivare la tecnologica. Ma non è sempre così poiché la soggettività è al centro di qualsiasi decisione. Anche davanti ad un video che dovrebbe indurre l’arbitro alla decisione finale.
Tuttavia, quello che stride – dopo gli episodi discutibili di Firenze – che si ha la netta sensazione che con il VAR invece di agevolare l’operato dell’arbitro lo si peggiori. Cerco di essere più chiaro. Il VAR può essere risolutivo a limitare l’errore, ma deve essere utilizzato con omogeneità, altrimenti genera confusione e sospetto.
Furia Fenucci dopo Firenze: dal mani di Dodo al rigore su Berna
Come afferma l’A.D. del BFC Claudio Fenucci, bisogna comprendere una volta per tutte come viene utilizzato il VAR: “Nel tempo abbiamo cercato di codificare gli interventi tra VAR e campo e non capisco perché a volte si intervenga e a volte no”. Nel concreto Fenucci punta il dito sul “mancato intervento sul presunto rigore su Bernardeschi”.
E se lo chiede anche il Centro Bologna Clubs (la voce dei tifosi affiliati ai club organizzati) che ha emesso un comunicato duro e non circoscritto solo all’utilizzo della fatidica tecnologia, in quanto sottolinea quel “sospetto latente” che fa pensare che “il Bologna dia fastidio”. Il CBC va oltre chiedendo lumi anche sulle “violazioni delle regole finanziarie”. Chi vuole intendere intenda.

A Firenze La Penna è stato protagonista di diversi episodi che hanno condizionato lo sviluppo della partita determinando l’esito finale. In alcuni casi l’arbitro La Penna è stato corretto in sede di VAR, vedasi il rigore concesso e non ratificato per un presunto fallo di mano in area di Lucumì.
In altri casi, il VAR non ha assecondato appieno l’operato dell’arbitro. Ammesso e concesso che le immagini sul primo “mani” in area del difensore viola Dodò non fossero chiarissime, mi chiedo perché il VAR non abbia chiamato l’arbitro al video assistant.
Dicasi lo stesso per il rigore non concesso a Bernardeschi, sottolineato da Fenucci, dalla cui successiva azione si è generata la seconda ammonizione e relativa espulsione ad Holm. Sia chiaro un aspetto: deve sempre essere l’arbitro a decidere e non il VAR.
Bologna, testa al Torino: la difficoltà per i granata
Giocoforza voltiamo pagina e il focus va alla partita casalinga contro il Torino, reduce dalla vittoria interna contro i Grifoni maturata al 90’ con Maripan e grazie ad un reattivo Paleari (il secondo portiere) che a tempo scaduto salva il risultato con due parate superlative su Ekuban e Cornet.
Il Genoa di Vieira non ha demeritato, anzi ha creato diversi grattacapi alla formazione di Baroni, che tuttavia è riuscito a risistemare l’undici in campo con gli inserimenti di Lazaro e Ngonge, cosicché si sono creati i presupposti per spostare in avanti il baricentro.
Il Torino naviga a metà classifica condividendo ufficiosamente la decima piazza con Lazio e Cremonese; solo la differenza reti la classifica ufficialmente al 12° posto: 8 reti realizzate (di cui tre portano la firma di Simeone) e 14 subite, 3 partite vinte e altrettante perse, 2 pareggiate. Per i granata la difficoltà oggettiva è trovare la via della rete, infatti, otto gol realizzati su 60 occasioni per andare in rete sono effettivamente un dato negativo.





