Italia-Norvegia, un vero e proprio tuffo nel passato: quando era protagonista Pagliuca

L’ex portiere bolognese che con la Nazionale ha incrociato due volte i norvegesi ai Mondiali di Usa 94 e Francia 98, è stato protagonista sia in positivo che in negativo

Un Italia-Norvegia che è andato in scena in quel di San Siro, nelle condizioni di risvegliare antichi ricordi a tinte bolognesi. In negativo prima, in positivo poi, perchè a difendere la porta della nostra Nazionale, alla fine degli 90, fu un portiere che Bologna l’ha visto nascere, crescere, prima di fare un po’ il giro della Nazione, tra Genova (sponda sampdoriana), Milano (stando dalla parte della Beneamata), preludio ad un ritorno nella tana del Dall’Ara, per poi chiudere il suo percorso di carriera calcistica ad Ascoli.

Pagliuca ed i confronti con la Norvegia

Gianluca Pagliuca merita d’essere ricordato per quello che è riuscito a combinare nelle sfide “iridate”, tra azzurri e norvegesi, disputatesi ai Mondiali di Usa 94 e Francia 98. Ebbene si, perché l’ex portiere nella kermesse americana l’ha combinata proprio grossa, lasciando la Nazionale, allora allenata da Sacchi in dieci, nel corso del primo tempo, per un’uscita scellerata fuori dall’area di rigore, in cui toccò la palla con la mano che portò all’espulsione e alla squalifica per due giornate. Un cartellino rosso che rimase nella storia, nel vero senso della parola, visto che fu il primo che subi un portiere nella fase finale del Campionato del Mondo.

Dino Baggio salvatore della patria: il colpo di testa risolutore

Menomale che poi ci pensò un Baggio, non Roberto che per colpa di Pagliuca fu sacrificato da Sacchi sull’altare di una squadra più portata alla solidità che all’offensiva, ma Dino che cancellò gli incubi di una prematura eliminazione, dalla fase a gironi, con un colpo di testa in cui mise in evidenza le sue grandi doti da incursore nato dell’ex centrocampista di Juventus e Parma.

Pagliuca e la titolarità a rischio: Marchegiani insidiava il bolognese

Una titolarità che venne messa in discussione dalla ottime prestazioni di Luca Marchegiani, prima di ritornare nuovamente in azione e determinare buona parte del destino azzurro in quel Mondiale.

La parata su Salinas ci permise di rimanere in linea di galleggiamento nella sfida contro la Spagna ai quarti di finale, prima che due altri ex rossoblù illustri (Signori e Baggio), misero a disposizione tutto il loro talento per piegare la resistenza spagnola, a pochi secondi dal gong, in una partita che diede alla Nazionale di Sacchi probabilmente quello slancio decisivo per andarci a giocare la finale di Pasadena contro il Brasile.

Vieri in gol, la magia su Flo del portiere azzurro

Un Italia-Norvegia che visse un dejavu quattro anni dopo, nella rassegna iridata in terra francese, questa volta agli ottavi di finale. In quella che storicamente è stata l’ultima partita degli scandinavi in un Mondiale, la sensazione è che da Pagliuca arrivò la parata più bella della sua carriera.

Christian Vieri esulta
Vieri in gol, la magia su Flo del portiere azzurro (Ansa Foto) – BolognaSportnews

Azzurri avanti per 1-0, grazie alla rete realizzata da Bobo Vieri, poi ci pensò il buon Gianluca a sigillare l’approdo ai quarti con una parata da vero e proprio fuoriclasse. Un centravanti trasformato portiere, con il primo più portato del secondo (almeno sulla carta), a determinare l’esito di una partita, con un intervento da capogiro sul colpo di testa di Torre Andre Flo.

Prodezza balistica che Pagliuca ha sempre definito come la migliore sfoderata a difendere una porta di calcio, a riprova di come abbia meritato d’essere uno dei migliori interpreti del ruolo nel corso degli della sua epoca.

Una Coppa del Mondo persa ai rigori

La sensazione è che la mente di Pagliuca, se ha visto la partita di stasera nello stadio che l’ha visto protagonista in un quinquennio importante con la maglia dell’Inter, sia ritornata indietro di trent’anni o poco più.

Un vero e proprio flashback, che nei suoi pensieri ricalcerà il brutto e il bello, quando per due Mondiali consecutivi si trovò a fronteggiare una Nazionale scandinava con pochissima tradizione calcistica e che nel terzo millennio si è tolta la soddisfazione di mandare ( salvo 9-0 ad alto coefficiente d’improbabilità), l’Italia (per la terza volta consecutiva) a giocarsi il tutto il tutto negli spareggi di primavera, che serviranno a stabilire se riusciremo ad andare ancora una volta in America a disputare un Mondiale 32 anni dopo l’ultima volta.

Proprio nella terra dove Gianluca ha perso la possibilità di diventare Campione del mondo, in maglia azzurra, per una lotteria ai calci di rigori persa contro i brasiliani difficile ancora da digerire quando è trascorso “appena” poco più di un trentennio.

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