Il papà è stato uno dei giocatori più rappresentativi dell'intero panorama nerazzurro. Gianfelice Facchetti oggi è un attore e uno scrittore, il mondo del calcio lo vede da spettatore. La stagione magica dell'Inter e la sfida contro il Bologna, nell'intervista rilasciata alla Repubblica Gianfelice Facchetti dimostra di avere grande ammirazione per Thiago Motta e i suoi ragazzi. 

Che sfida sarà tra il Bologna di Motta e l'Inter di Inzaghi?

La partita tra i due allenatori del momento, quelli che nell’ultimo anno e mezzo hanno fatto coincidere la loro crescita con quella della squadra. Oggi vantano il miglior calcio della serie A. Quanto al Bologna, non c’è gruppo più difficile da affrontare in questo momento.

Stupito da Thiago Motta?

No, perché ricordo bene l’Inter in cui giocava. Un gruppo pieno di figure carismatiche. Quando vinci a quei livelli, del resto, non ti puoi aggrappare a un solo leader. Solo nel centrocampo del Triplete ce n’erano almeno due: l’altro era Cambiasso.

Un predestinato, dunque?

Nel modo in cui guidava il centrocampo sì. Ma il carisma non passa solo per gesti eclatanti. Per me significa saper fare la propria parte. Quando arrivò a Milano c’era molto scetticismo attorno a Thiago, che veniva da un infortunio.

Thiago Motta
Thiago Motta (ph. Image Sport)

Cosa l’ha conquistata di Thiago Motta?

Lo seguo da quando guidava lo Spezia. Per ragioni teatrali avevo fatto un lavoro sulla squadra dei Vigili del Fuoco di La Spezia che vinse il titolo del 1943-44, mai entrato negli annali perché era un campionato di guerra. Le vittorie di Thiago contro le grandi mi impressionarono. Non erano exploit casuali, ma conseguenza di un certo modo di fare calcio.

Bologna, Orsolini e Fabbian esultano tra la folla a Casteldebole - VIDEO
Beukema, Calafiori e Lucumi: Bologna hai un pacchetto difensivo da Champions!

💬 Commenti