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Bologna, Binotto sulla sfida contro l’Inter: “In palio punti pesanti per entrambe”

L’ex giocatore del Bologna Jonathan Binotto ha rilasciato un’intervista esculsiva a La Repubblica, nella quale ha affrontato diversi temi tra cui il campionato del Bologna e la prossima sfida all’Inter. Si è soffermato poi sul tema delle stagioni troppo lunghe, lui che nel 1998/99 ha disputato un totale di 60 partite con la maglia rossoblu, lo stesso numero che raggiungeranno i nerazzurri quest’anno in caso di qualificazione alle finali di Champions e Coppa Italia.

Su Simone Inzaghi e l’idea di stagioni troppo lunghe

“Che Inzaghi ne parli ci sta, è parte del suo ruolo. Il problema di tutte queste partite è che non hai il tempo per allenarti: giochi e non riesci neanche a fare lo scarico, il dispendio fisico e mentale è enorme e non c’è tempo per ricaricarsi. Questo incide sugli infortuni, il recupero passa dall’allenamento, e se giochi e basta il rischio sovraccarico e ko è alto, anche per chi ha rose ampie”.

Sul rendimento del Bologna, migliore quando c’era anche la Champions

Perché è stato un momento di grande entusiasmo, in cui dopo cinque partite cominciavi ad avere un po’ di esperienza e abitudine alla Champions e alle prestazioni hai aggiunto i risultati, questo ha dato grande spinta. Il Bologna volava sulle ali dell’entusiasmo trasportato da tutta la città e non sentiva la fatica. Ma alla lunga gli impegni li paghi con infortuni muscolari e recidive. Ed è vero, rispetto a quando giocavo io le rose sono più ampie, ma ogni allenatore ha quei 14-15 giocatori titolari che usa sempre, e quando tocca al sedicesimo e diciassettesimo si vede, non perché non siano bravi ma per la mancanza di abitudine”.

Sulla condizione di Odgaard e Castro

“Non conosco direttamente i loro problemi, ma chiaro che quando ci sono giocatori che hanno la fiducia dell’allenatore e sono determinati a vivere fino in fondo situazioni in cui si sono abituati a essere decisivi, averli anche solo al 90% è importante”.

Santiago Castro esulta dopo la rete all’Atalanta (ph. bolognafc.it)

Sul valore dei ritiri estivi, in preparazione alle lunghe stagioni

“Noi allora partimmo prestissimo, con la necessità di entrare presto in condizione. Era una situazione particolare, fossimo stati eliminati dall’Intertoto senza andare in Uefa poi avremmo avuto dieci giorni di vacanza prima di riprendere, invece non ci siamo mai fermati. Oggi però i ritiri sono diversi, è un calcio meno tecnico ma fisicamente più intenso e sono cambiate le priorità, soprattutto per le big che vanno a fare tornei estivi in giro per il mondo per avere un incasso economico importante e una vetrina per sé e i propri giocatori. Ai miei tempi normalmente iniziava il ritiro e la prima partita la facevi dieci giorni dopo con la rappresentativa locale, oggi dopo tre giorni devi giocare contro il Real. Se tornasse in Europa, magari anche il Bologna l’anno prossimo potrebbe essere invitato a tournée negli Usa e in quel caso dovrà porsi il problema. Con questi ritmi che non danno tempo per prepararsi e conoscersi, chi non cambia allenatore e tiene un nucleo fisso di giocatori, come l’Inter, è favorito”.

Sul Bologna, in caso di un’altra stagione da 50 partite: meglio allungare la panchina o trovare un paio di titolari fissi?

“A Bergamo sono entrati Cambiaghi e Dominguez e con chi è uscito dalla panchina qualità e ritmo si sono forse pure alzati. Quando il Bologna fa cambi oggi difficilmente perde qualcosa. Logico però che se poi inserisci due tasselli abituati all’Europa c’è solo da guadagnarci”.

Sulla partita di domenica, Bologna-Inter

“L’Inter arriva con la fatica ma anche l’entusiasmo del passaggio del turno con il Bayern, ma soprattutto non può perdere punti, troppo importante questa domenica per la lotta scudetto. Lo stesso vale per il Bologna, perché sono punti pesanti anche per loro, se non si fa risultato ci sono tante squadre lì dietro pronte ad approfittarne. Sarà un finale di stagione molto divertente, anche un Dall’Ara che in questi due anni è tornato pieno e decisivo come non lo era forse dai miei tempi farà la sua parte. Anche se io credo che gran parte della stagione del Bologna passi dalla Coppa Italia, credo che molti farebbero cambio con la qualificazione Champions pur di alzare quel trofeo”.

Curva Bulgarelli Bologna (ph. Image Sport)

LEGGI ANCHE: Bologna-Inter, duello sulla trequarti: un ballottaggio per Italiano

Alessia Fava

Nata a Bologna nel 1999 e laureata in scienze della Comunicazione, sto frequentando il master in Comunicazione e Marketing dello Sport all'Università di Bologna. Da sempre appassionata di tutto ciò che ruota attorno allo sport, in particolare al calcio, il mio sogno è quello di lavorare all'interno della comunicazione sportiva.

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