Teo Alibegovic è stato ospite a Vitamina Effe su Radio Bologna Uno. Ecco un estratto dell'intervista:

Com’è stato entrare a Palazzo 31 anni dopo? “È stato bellissimo, è una cosa che è già successa in passato ma ogni volta ti senti a casa, sei accolto dai tuoi, ho provato una sacco di emozioni forti com’erano tanti anni fa.”

E’ stato un’emozione vederti. “Quando non hai più una cosa inizi ad apprezzarla, chi è un vero Fortitudino che ha i “cojones” e sa cosa vuol dire essere supportato da queste persone, prova veramente nostalgia, mi sveglierei ogni giorno con quella carica, non c’è miglior caffè al mattino.”

Come hai visto questa Fortitudo? “È un pochino complessa la situazione, non vorrei sparare a nessuno, però direi una cosa: questa è la mia seconda o terza volta che sento in giro che qualcuno seduto in panchina e che veste la maglia, esce fuori e dice che è molto difficile giocare al PalaDozza perché la tifoseria dà molta pressione. E allora, io dico cazzo, se tu non vuoi vivere questa emozione, questa competizione, cambia mestiere.”

Hai notato malumori? “Io sono in questo mestiere da 41 anni, a Luca voglio bene, ha allenato mio figlio a Pesaro dove ho potuto conoscerlo meglio, so che lui vive questa Fortitudo come nessun altro, ma non deve dire cazzate. Un allenatore deve essere l’ultimo a lasciare la barca, è giusto che lui protegga i suoi giocatori, ma consideriamo che quattro di loro sono stati nel giro della nazionale, due che si vogliono chiamare stranieri dovrebbero fare la differenza e, con un palazzetto che nel bene o nel male sostiene sempre la squadra, non posso sentir dire che tutto va bene, si vede da un aeroplano che le cose non vanno. Non è normale che un giocatore illustre non prenda per 27 minuti un tiro e nel momento in cui gli chiedono di tornare in campo, lui si rifiuta perché i suoi compagni stanno giocando bene. Un allenatore è come un regista, è il suo film, il giocatore deve ascoltare e poi eventualmente parlare in spogliatoio.”

Perché sono avvenuti dei cambi sistematici con i lunghi? “I nostri lunghi non possono fare cambio sistematico, quando è successo il piccolo è stato battuto da Mayfield, vuol dire che forse l’allenatore ha voluto fare altro, speriamo di vedere nelle prossime partite una correzione. La cosa eclatante è stato lo stupido tiro di Thornton preso a 50 secondi dalla fine in vantaggio, il suo minutaggio è stato di quantità ma non di qualità. Torino si è presentata senza alcuni giocatori importanti per le rotazioni, hanno giocato con intelligenza puntando sulle difficoltà della Fortitudo, dove la nostra squadra era disunita, con poca comunicazione, pochi extra-pass e molte soluzioni individuali dove a volte bastava condividere la palla per un tiro migliore. Le nostre qualità di tiro sono opinabili.”

Riguardo le parole di Gentilini e il futuro? “Le sue parole sono un bene, Matteo è un giovane imprenditore molto appassionato, è dentro e dimostra di soffrire per il bene della società. Con tante cose che ha detto mi trovo d’accordo, ha messo i suoi soldi, ha dichiarato alla Effe che lui c’è e che sicuramente questa sua sponsorizzazione ha aiutato l’operatività della stagione. Questo dà speranza, perché nessuno vuole far parte di qualcosa che non è al massimo, mi è piaciuto sentir dire che lui è presente, non importa come si è dichiarato ma è stato passionevole. Muratori qualche giorno dopo ha risposto, sottolineando che le difficoltà ci sono e che bisogna avere qualcuno che sistemi questa situazione complessa, i problemi ci sono, bisogna risolverli. Adesso lui per come si è dichiarato deve decidere se rimanere e continuare o andare via, comunque vada ha fatto molto per la Fortitudo, bisogna riconoscergli i meriti perché grazie a lui si può parlare ancora della squadra.”

Ci potrebbe essere la possibilità di vederti in Fortitudo? “Io sono disponibile, sono sicuramente un uomo con esperienza nei settori giovanili, nelle società che hanno creato campioni, ho girato il mondo e ho visto alcune cose che potrebbero essere utili. Quando non ci sono soldi serve avere immaginazione e come dico io “looking out of the box” perché nella situazione in cui siamo, abbiamo perso fiducia negli imprenditori che ovviamente preferiscono andare in situazioni meno rischiose. Io posso portare un quadro molto più largo con idee e investitori.”

Avresti qualcuno da portare perciò? “C’è sempre qualcuno, il problema è solo come prepararci. Il sole è grande, c’è sempre spazio, il problema è solo capire dove mettere lo sdraio per prenderne di più.”

Chi terresti nella prossima stagione? “Sicuramente tanti di questi giocatori in altri contesti avrebbero resistito molto di più, quando sei motivato e ambizioso non c’è nessun muro che tenga, ma quando uno è demotivato, non mandarlo neanche a comprare il pane e il latte perché ti torna a casa con un pacco di riso.”

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