Mentre in casa Bologna continua a tenere banco la questione legata al prossimo allenatore, con la figura di Vincenzo Italiano molto vicina a diventare il prossimo tecnico alla guida della panchina rossoblù, molti giocatori emiliani hanno già raggiunto il ritiro delle rispettive nazionali in vista dei prossimi campionati europei, in programma a partire dal 14 giugno in Germania. Uno dei calciatori rivelazione di questa stagione dei rossoblù che potrebbe ritagliarsi un ruolo da protagonista durante il prossimo europeo è sicuramente Riccardo Calafiori, difensore romano classe 2002 assoluto protagonista della scorsa annata che ha portato la formazione emiliana a ottenere una clamorosa qualificazione in Champions League. Il giovane difensore azzurro ha rilasciato poco fa alcune dichiarazioni in merito alla stagione appena trascorsa con la maglia rossoblù e al suo futuro durante la conferenza stampa tenuta direttamente dal ritiro della nazionale italiana in quel di Coverciano. Ecco le sue parole.
Sono accadute tantissime cose, ci sarebbero tantissime cose da elencare. Ma il miglioramento più grande è stato quello fatto dal punto di vista mentale, ho ragionato come se non fosse cambiato nulla dal Basilea alla Serie A, seppure quello italiano è un campionato molto più competitivo. Mi sono impegnato tantissimo.
Sono contentissimo di tutto ciò che sta accadendo, è una soddisfazione enorme essere qui, un sogno che si avvera. Da Bologna porterei la serenità, la tranquillità, quel divertimento che è fondamentale per fare questo lavoro.
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Quella di Basilea non fu una scelta propriamente mia, fui quasi obbligato perché era l’unica squadra rimasta e fui costretto ad andare lì. Però dal primo giorno mi sono ricreduto, lì ho trovato quella continuità che mi è sempre mancata giocando trenta partite. Sì, c’è qualcosa di simile con Thiago: non è tanto importante in questa Italia chi occupa certi spazi, ma che vengano occupato nel modo e nel momento giusto.
Saper fare due ruoli, la duttilità credo sia un punto a mio favore. Poi vorrei avere la tua sicurezza sul fatto di andare all’Europeo: non sono così sicuro, ma mi alleno tutti i giorni per questo.
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Tanto sono migliorato dal punto di vista mentale, in un calciatore è tanto importante questo aspetto, va allenato almeno tanto quanto quello fisico. Ho sempre avuto una buona personalità con la palla, ma con Motta ho proprio esagerato. Mi ha sempre chiesto di giocare palla al piede, senza paura di sbagliare anche se qualche errore l’ho commesso, per lui non era un problema. Cerco di rubare un po’ in giro da tutti, ma qui c’è Bastoni che è devastante, cerco di prendere qualcosa da lui.
Sono entrambi meticolosi. Cercano di migliorarti sempre, non accettano alcun errore.
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A Bologna posso dire solo grazie, fin dal primo giorno abbiamo vissuto un’atmosfera bellissima, l’ultima partita contro la Juventus è stata incredibile e non mi aspettavo così tanta gente quando abbiamo girato la città col pullman, anche perché era una qualificazione in Champions, non un trofeo.
Ho parlato al passato perché i festeggiamenti sono finiti. Sul futuro ora non ci penso: siamo in Nazionale, vorrei godermi questa prima convocazione, ce la metterò tutta per andare all’Europeo. Vorrei concentrarmi su questo.
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Il segreto è quello usato tutta la stagione, ovvero non cambiare nulla rispetto all’approccio avuto fin dai tempi di Basilea, sono sempre lo stesso calciatore.
Ormai dall’infortunio sono passati sei anni, ma la mia reazione è sempre stata quella di tornare in campo, non ho mai pensato che avrei smesso. Sul mercato non rispondo: coi miei ex compagni ho un bellissimo rapporto, sono cresciuto lì e sono stato molto bene, questo lo posso dire.
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Cambia tutto da terzino a centrale, la visione della palla e anche lo spazio da occupare. Per il resto, a tre o a quattro non cambia molto.
Si sente che c’è qualcosa di speciale, molti li conosco e molti li sto conoscendo adesso. Siamo uniti.
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