Si avvicina sempre più la sfida tra Napoli e Bologna valida per la trentaseiesima giornata di Serie A in programma per sabato 11 alle ore 18 allo stadio Maradona. I rossoblù andranno alla ricerca di una vittoria per riscattarsi dopo il pareggio ottenuto contro il Torino, ma soprattutto per ottenere tre punti che si potrebbero rivelare decisivi per la qualificazione matematica in Champions League già al termine di questa giornata di campionato. Intanto proseguono gli allenamenti al centro tecnico per i giocatori felsinei: vediamo il comunicato ufficiale redatto dal club emiliano a tal proposito.
Questa mattina i ragazzi di Thiago Motta hanno svolto una seduta tecnico-tattica in preparazione alla sfida contro i partenopei di questo sabato. Tutti i giocatori si sono allenati insieme, ad eccezione di Adama Soumaoro che ancora una volta ha svolto una seduta in parte differenziata e in parte con i suoi compagni, confermando il suo lento percorso di recupero dopo l’infortunio subito un anno fa.
La squadra continua la preparazione a #NapoliBFC: oggi i rossoblù hanno svolto una seduta tecnico-tattica. Adama Soumaoro ha lavorato in parte coi compagni.
Questa mattina l’ex attaccante rossoblù Julio Cruz ha rilasciato un’intervista sulle pagine della Gazzetta dello sport, all’interno della quale ha ripercorso la straordinaria stagione intrapresa da tutta la squadra felsinea, oltre a riportare alla mente alcuni suoi vecchi ricordi di quando vestiva la casacca del Bologna. Ecco le sue parole:
Certo che me lo ricordo: perdemmo in finale, ma la cosa più dolorosa fu aver perso la Champions League all’ultima giornata di campionato, il 5 maggio. Per quello vorrei che il Bologna oggi ce la facesse: per vendetta, per rivincita. Perché se lo merita. E poi dovrebbe tenere tutti, per la gioia di potersi giocare qualcosa di grande con un gruppo speciale e in una città super.
Poi ha proseguito parlando del suo rapporto con Thiago Motta:
Nel novembre 2022 parlai con lui a Casteldebole, era arrivato da due mesetti. Mi impressionò. Gli piace allenare, gli piace vedere giocare i suoi ragazzi, gli piace creare uno spartito in cui tutti siano coinvolti. In ogni suo discorso era chiaro un concetto: dove sarebbe voluto arrivare e andare per fare il bene della propria squadra. E per raggiungere questo, lo strumento adatto è quello di farsi capire bene. E’ un ragazzo intelligente: lo era da calciatore, lo è ora. E capisce i giocatori, fino a trascinarli.
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